Dettagli Recensione
Vortice ascendente (e sottotrame dubbie)
Ho letto tutti i libri della Sànchez ma ancora non sono riuscita ad inquadrarla come scrittrice. Ho apprezzato abbastanza il suo primo libro e sbadigliato alla grande per tutto il secondo. Trovo questo il migliore dei tre.
Come nelle sue opere precedenti anche qui ci sono due protagonisti, in questo caso due ragazze, Veronica e Laura, le cui vicende si alternano durante la lettura.
Il "mistero" di questa storia viene rivelato piuttosto presto ma ciò non rende la trama meno interessante, anzi consente di addentrarsi meglio in una faccenda spinosa i cui contorni vengono realmente delineati solo negli ultimi capitoli.
Una nota positiva è che il lettore possa fare le sue supposizioni in tutta calma, utilizzando i vari indizi generosamente disseminati lungo i capitoli. Questo rende la lettura piacevole e non frustrante.
Nel complesso l'ho trovato un libro molto godibile e coinvolgente, forte di una trama originale e di personaggi non troppo stereotipati.
Nonostante ciò ci sono degli aspetti che mi hanno lasciata perplessa.
L'autrice sparge nel libro tutta una serie di sottotrame, per nulla utili alla vicenda principale. Questo ci starebbe anche, ma queste sono gestite così alla lontana da far sorgere nella mente del lettore solo un gigantesco "Embè?"
Storie d'amore che nascono in due secondi e si risolvono in uno starnuto; personaggi misteriosi il cui ruolo non si afferra mai; figli che vengono scoperti all'ultimo secondo, descritti con minuzia e poi mai più nominati.
Queste sottotrame non sono sgradevoli di per sè ma io personalmente non ne ho capito molto bene l'utilità. Senza, la trama principale sarebbe comunque stata identica.
Ho notato anche che questa scrittrice ama dare delle "lezioni di vita" all'interno del suo libro. Scrive quelle che sono evidentemente sue opinioni personali, condivisibili o meno, ma le rende come se fossero delle massime sulle quali tutti necessariamente si troveranno d'accordo.
Ancora mi ricordo la sua uscita più disorientante: "Quante volte l'amore è paura e la paura è amore". Quando l'ho letta ho solo pensato "Che caspita farnetica?".
Insomma, in queste parti l'ho trovata un po' arrogante, troppo pronta a spiattellare i suoi ragionamenti in un libro manco fossero perle di saggezza.
Nonostante ciò ripeto che ho apprezzato questo libro e che si più notare un netto miglioramento nello stile di questa scrittrice, rispetto al primo e soprattutto al secondo. se continua così, in un suo prossimo romanzo la vedremo migliorata ancora.