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Norwegian wood di Murakami Haruki
Norwegian wood di Murakami Haruki è un romanzo che ha avuto un grande successo, non solo in Giappone, ma anche in occidente.
La storia ci viene narrata in prima persona dal protagonista Watanabe. Con la tecnica del flash back, egli, giovane trentasettenne, si lascia andare alla rievocazione di un periodo della sua vita, il passaggio dall’adolescenza alla giovinezza, avvenuto non senza dolore e vissuto a volte drammaticamente con alcune figure fondamentali che hanno contribuito alla sua crescita. Ci troviamo tra il ’68 e il ’70: è il momento della rivolta giovanile che coinvolge il mondo politico, quello intellettuale e quello del lavoro e si estende dall’occidente all’oriente.
Al di là della storia d’amore che lega Watanabe a Naoko prima e Watanabe a Midori poi, il tema fondamentale del romanzo è il disagio giovanile che si manifesta spesso in modo drammatico e si conclude a volte in modo tragico: un argomento purtroppo sempre attuale. Se si pensa alle speranze, alla progettualità dei giovani in quegli anni, alla rivalutazione dei più puri ideali socialisti, al concetto di emancipazione femminile, che non è più solo divulgato da piccole cerchie di intellettuali, ma si diffonde a più ampio raggio, non ci si deve meravigliare di quanto grande possa essere stata la delusione per la mancata realizzazione di cambiamenti che avrebbero davvero potuto cambiare il mondo. Cambia dal ’68 anche la concezione del ruolo della famiglia e in alcuni tragici casi i giovani non trovano più il punto di riferimento che può aiutarli a crescere e a superare le paure adolescenziali. Così Naoko e Kizuki rimangono prigionieri del buio della loro anima , vittime delle loro inibizioni che sono d’impedimento anche alla realizzazione di un sano rapporto sessuale.
E la grande delusione e l’inganno di quegli anni viene denunciato a chiare lettere da Midori, quando si riferisce ai momenti di discussione con i compagni di università : “Io sono una persona comune. Ma non sono le persone comuni quelle che sostengono la società e quelle che vengono sfruttate? E sbandierare di fronte a persone comuni parole che non possono capire, me lo chiamate rivoluzione?”
Un’esplicita accusa nei confronti di alcune fasce di intellettuali, che con arroganza si appropriano del concetto di cultura come qualcosa di esclusivo e elitario.
Tutto il romanzo di Murakami è scandito dalla musica di quegli anni: a partire dai Beatles, a cui l’autore attinge per il titolo, vengono citati Jim Morrison, Bill Evans e tanti altri. Non solo la musica anglosassone è un elemento importantissimo in quest’opera, ma lo sono altresì alcuni dei più grandi capolavori della letteratura occidentale, anglosassone, francese e russa: primo fra tutti il Grande Gatsby di Fitzgerald. E sicuramente in alcuni punti del romanzo si può distinguere l’influenza di Tenera è la notte.
Questo amore per la cultura occidentale da parte di uno scrittore giapponese può destare qualche perplessità, se si considera l’atroce conclusione della seconda guerra mondiale in quel paese. Bello interpretarlo come un magnifico gesto di riappacificazione in nome della cultura. E che possa durare nel tempo.
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Pia
Rimane un grande libro d'amore sul disagio giovanile e certamente il tocco Murakami ne delinea l'originalità, Murakami è un alieno.
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Sai, a me questa lettura ha lasciato dell'amaro...e più ci ripenso, più avverto la mancanza di sani ed equilibrati rapporti tra i protagonisti...Non vedo un libro che propone dei modelli positivi, ma che esprime il gran disagio del non saper vivere serenamente...
Pia