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"Se le prime sei onde sono sempre prevedibili, la
Ne "La settima onda" riprende la corrispondenza via e-mail tra Emmi e Leo. Sulla fascetta che avvolge la copertina del volume si legge: “L’attesissimo seguito di Le ho mai raccontato del vento del Nord”. Sono passati, infatti, due anni tra la pubblicazione del primo romanzo e quella del seguito. In realtà, per quanto mi riguarda, sono stata fortunata: ho aspettato ben poco per leggere il seguito del primo romanzo, praticamente un giorno. Il vantaggio di aver letto i due romanzi in un colpo solo è quello di non perdere il filo. Ho letto la storia di Emmi e Leo senza soluzione di continuità. Fantastico!
Attenzione: la parte che segue CONTIENE SPOILER.
Infatti, per introdurre il romanzo devo fare dei riferimenti alla conclusione di "Le ho mai raccontato del vento del Nord".
Al termine del primo volume i due amici epistolari avevano interrotto lo scambio di messaggi, senza giungere a quell’incontro tanto atteso da Emmi, paventato più che anelato da Leo, oppresso dai sensi di colpa, e caldamente incoraggiato dal marito di lei, Bernhard. Alla fine Leo è partito per Boston, con l’intento di cambiare vita e di lasciarsi alle spalle l’ormai ingombrante legame con Emmi.
Lei in realtà non ha mai smesso di cercarlo ma le e-mail venivano rifiutate. Più o meno nove mesi dopo la partenza di lui, lo scambio riprende. Scopriamo quindi che Leo nel frattempo ha incontrato una donna americana, Pamela (che Emmi si ostina a chiamare “Pam”, con le virgolette) con cui ha intenzione di cominciare la vita a due. Ma la prepotente, forse inconsciamente attesa, nuova irruzione nella sua vita da parte della vecchia amica, cambia le carte in tavola.
Ormai fra i due la scintilla è scoppiata. Ciò che li trattiene, o meglio trattiene Leo, è la consapevolezza che la sua convivenza con Pamela non ha ancora avuto inizio mentre Emmi ha una famiglia che la ama, ha un marito che sarebbe stato pronto ad accettare il tradimento della moglie pur di vederla felice. Perché lei è felice solo quando scrive a Leo, quando lo immagina, visto che ancora non lo conosce di persona, quando si aggrappa all’illusione, all’idea che ha di lui.
In questa seconda parte del rapporto epistolare tra i due, una novità c’è: gli incontri. Finalmente Emmi e Leo hanno un volto, delle mani che si toccano, dei corpi che si avvinghiano, un amore non più mascherato da “amicizia speciale”, non più negato a sé stessi. Una relazione che si protrae tra sensi di colpa e ultime volte. La parola FINE viene scritta con i caratteri maiuscoli, una fine definitiva, non una fine finta, almeno nelle intenzioni. Eppure qualcosa fa sì che la storia non termini affatto: quando Leo capisce che non ha futuro con Pamela e che il matrimonio di Emmi con Bernhard non ha più alcuna parvenza di matrimonio, ricomincia a sperare. In un conto alla rovescia che tiene in sospeso anche il lettore, si arriva al settimo incontro, quello definitivo.
“Se le prime sei onde sono sempre prevedibili, la settima può sconvolgere tutto.”
Ed è quello che accade.
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