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Ribellione a Dio parte seconda
Anche in questo libro come in Caino prosegue la guerra con Dio di Saramago che in questo caso mette in campo il suo nuovo uomo-eroe, Gesù.
Saramago fa da avvocato difensore all'uomo, accusato da Dio di fare il male. La sua difese procede su due fronti:
1) il bene e il male non esistono in se stessi, ciascuno di essi è solo l'assenza dell'altro
2) ribalta da buon avvocato difensore l'accusa. "Dio non perdona il Male che ordina di commettere". Il Male che nell'uomo è solo un aspetto, magari piacevole, della sua esistenza, trova la sua radice profonda in Dio che può tutto e quindi può evitare il male. Ma non lo fa. Questa è l'accusa principale che viene portata avanti come in Caino contro Dio anche in questo più scomodo e forse più sacrilego libro. Alcune pagine sono bellissime ma altre riescono veramente irritanti.
La sensazione finale è di confusione. Confusione aumentata dal fatto che episodi del Vangelo noti a tutti sono smontati e rimontati in un modo completamente diverso e con un' ottima conoscenza sia del testo sacro che delle usanze del tempo per dare al Vangelo di Saramago un senso e una direzione opposta all'originale. L'operazione è chiaramente sacrilega e questa sensazione è molto più presente che nell'altro libro, Caino. La storia comunque funziona, è convincente e il nuovo Gesù ha il suo fascino e la sua dignità. Se certe pagine sono pesanti, ad esempio quelle iniziali scritte in bibbiese stretto con sovrabbondanza di preghiere, altre, ad esempio il finale, la scena dell'uccisione dei bambini a Betlemme, la crocefissione di Giuseppe, l'impiccagione di Giuda sono bellissime. Anche il diavolo viene visto sotto un'altra ottica e l'episodio della tentazione nel deserto è molto suggestivo, con il diavolo che ha un cuore e cerca di distogliere Dio dai suoi progetti offrendoGli un'alternativa. Il diavolo ha un cuore perchè anche lui non ha scelta e deve recitare la sua parte obbligata nel disegno divino. Ha però una sua umanità, dimostra pietà per la condizione umana.
Il Dio di Saramago è l'unico antagonista di tutti: nel suo perseguimento di gloria e potere non ha pietà per nessuno.
Bellissima la ribellione di Gesù che cerca di farsi crocefiggere come uomo (anzichè come figlio di Dio) in un estremo tentativo inutile di evitare al mondo le disgrazie future.
Certo manca la riflessione su alcuni aspetti: la libertà umana per prima cosa.
L'accusa a Dio è sempre quella di avere creato l'uomo come un miscuglio di bene e male con la possibilità di scegliere. Saramago dà la responsabilità di ogni male a Dio che ha fatto l'uomo capace di scegliere il male. Lo accusa di aver fatto l'uomo a Sua immagine e quindi di avere parte al male che è nell'uomo. Lo fa in modo estremamente intelligente e avvincente anche se rivendica per l'uomo una vita in cui tutto è possibile e tutto è buono, il che è una contraddizione in sè. Certo questi temi del Bene e del Male sono tra i più interessanti e difficili da trattare della filosofia e tutto sommato la posizione di Saramago è piuttosto semplice, forse troppo. Probabilmente si diverte a tirare alle estreme conseguenze un ragionamento chiaramente distorcente, che nega la libertà umana di scegliere tra due cose. La sensazione è che se ne freghi di questo aspetto. Dio poteva fare del mondo un paradiso da subito, degli uomini una squadra di santi: ma allora perchè non l'ha fatto? Perchè metterli in mezzo in questa dialettica, in questa lotta cruenta tra bene e male in cui sicuramente saranno schiacciati? Perchè l'unica sicurezza dell'uomo è quella della sua morte? Perchè il Bene è come la vetta della montagna e bisogna arrivarci sudando lacrime e sangue? Se Dio è Dio, poteva anche inventarsi una scorciatoia. Perchè vuole essere scelto e non ci evita, più semplicemente la scelta, proponendosi come unica alternativa?
E' questa Sua fissazione per la nostra libertà che giustifica il Male del mondo?
Saramago è favorevole alla scorciatoia e visto che scorciatoia non è allora mette Dio ancora una volta nel banco degli imputati ed è guerra aperta.