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Il tunnel
E' impossibile leggere un libro senza che le esperienze passate che hanno formato l'essere del lettore si riaffaccino, senza che lo assalgano rendendo ancora più vivide le vicende fittizie raccontate; un uomo come Castel spaventa e può paralizzare.
Il titolo del piccolo romanzo, opera prima di uno dei maggiori scrittori argentini, evidenzia una sfaccettatura della poliedrica personalità del protagonista, che come tutti i pazzi che si rispettino convive con due essenze del tutto opposte; il tunnel è un luogo, quasi fisico, dove vive, isolato da tutti, ma io credo che la speranza che può nascondersi nella parola non sia presente; più che un tunnel è una miniera, dove sono presenti ricchezze di ogni genere, ma non c'è possibilità per una via d'uscita, per la luce, per la vita.
Castel fa un mestiere affascinante, l'artista, dipinge, trasmette emozioni, criptiche, nascoste, da svelare; Marìa scorge l'essenza di un pensiero, la linfa di una malinconia persa nell'orizzonte di una finestra dipinta, riesce con uno sguardo perso in un luogo inesistente e lontano a entrare in comunione con l'anima di Castel e questo designerà la sua fine.
La paranoia di Castel si manifesta fin da subito e Sabato riesce a trasmetterla con una forza che come un gorgo trascina il lettore, crea una tensione poco sopportabile.
L'empatia, nonostante tutto, che si crea è la stessa per il protagonista, vittima di se stesso e per Marìa, incolpevole oggetto dell'ossessione di un folle.
Lo stile di Sabato è moderno e fresco; il lessico è molto ricco, mai ridondante, come dimostra anche lo scarso uso dell'aggettivazione, ogni parola è calibrata e l'insieme limato in modo così efficace, da non lasciare possibilità di miglioramento per come è strutturato il romanzo.
Come già è stato detto, i personaggi sono caratterizzati molto bene, il protagonista che occupa gran parte delle pagine, ma anche quelli secondari, anche se con poche pennellate, rimangono ben impressi, fanno immaginare, questa è una delle caratteristiche più particolari che si riscontrano in questo autore, la loro vita, senza raccontarla, ma attraverso i loro dialoghi: banali e superficiali a volte, più caustici e intelligenti altre; benché non siano molti i dialoghi presenti, per lo più sono pensieri, annodati, vorticosi, privi di senso logico del protagonista, quelli che si leggono sono così perfetti e verosimili da far quasi immaginare le voci e i toni con cui vengono pronunciati.
Questo libro, che tratta di un argomento è quanto mai attuale, è del quarantotto e si fa paradigma e voce dell'odissea che sia le vittime che i carnefici devono attraversare prima di giungere a quell'abominio che è l'uccisione di una una donna in quanto tale.
E' il primo libro di Sabato che ho letto, capisco perché autori del calibro di Mann abbiano accolto questo autore con così tanto entusiasmo, una scrittura moderna, intensa che si mette al servizio di argomenti universali e senza tempo sezionando la natura umana in ogni sua più profonda sfaccettatura.
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Commenti
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Bravissima ,Pia.
Solo la tematica è simile, ma solo perché parla di un pazzo, ma non c'è consapevolezza da parte di nessuno dei personaggi di questa sua pazzia è qualcosa che è evidente, ma non palesato.
A me il libro non era piaciuto gran che, ma in fondo siamo tutti diversi e anche qui sta il bello ;-)
sono anni che mi proponevo di leggerlo, finalmente l'ho acquistato anch'io.....
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Sono molto felice che ti sia piaciuto lo stile di Sabato, so quanto sei attenta allo stile e alla forma, e in tutta onestà non avevo dubbi che ne saresti uscita soddisfatta !