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RACCHIUSO IN UN UNICO ISTANTE.
"E l'eco rispose" è un libro importante. Intriso delle storie di numerosi e articolati interpreti solo apparentemente secondari che a cerchi concentrici lambiscono via via la dolorosa vicenda di due fratellini, Abdullah e Pari, che divisi dal padre dall'infanzia si ritroveranno anziani e, per quanto riguarda Abdullah, non più in grado di riconoscere la sorella. Il romanzo, però, ha il grande pregio di stimolare alla giustizia e al perdono. Chi legge non è in grado di provare rancore per Sabur, il padre o Nabi, lo zio. Non riesce a condannare Parwana che abbandona la sorella invalida. Perdona quando il furbetto ragazzino Gholam con uno stratagemma vince la maglietta di Zidane ad Adel mentre monta la rabbia e la voglia di fare giustizia, senza seguito come nella stragrande delle volte nel mondo, quando il Grande Benefattore di Shadbagh paga il giudice perché bruci l'atto di proprietà della casa di Iqbal. È poi l'altra Pari, figlia di Abdullah, Thalia, Odie, Markus, il vigliacco Idris che si impegna ad aiutare Roshi, una bimba sfigurata, e non lo fa, Timur, Nila e Suleiman Wadhati, Odette, Madeline e tanti tanti altri. Insomma, un romanzo le cui storie "secondarie" sono le protagoniste e quasi tutte senza un lieto fine come succede nella vita vera che questo libro celebra. Perché il lieto fine va cercato "lì, dove tutto è limpido, radioso, racchiuso in un unico istante". Insomma, un libro da leggere, possibilmente non come un romanzo.