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Proprio un "Infinite Jest"
Capolavoro della letteratura o stralunato viaggio mentale di un folle? Opera universale o prolisso scherzo letterario? Da un punto di vista “tecnico” il differente, singolare, stile di Wallace a seconda del personaggio trattato, l'alternare una narrazione in prima persona con una in terza, l'entrare nell'ottica dei protagonisti con divagazioni da narratore assoluto, per poi fuoriuscirne con vivide ed introspettive occhiate personali sul mondo da lui creato, rendono Infinite Jest senza dubbio un’ opera unica, innovativa e accattivante. Però come in un film se si cambia velocemente inquadratura lo spettatore poi si sente spaesato, allo stesso modo qui, il lettore, con le continue trasformazioni stilistiche del romanzo, si sente disorientato fino a supporre (forse dedurre) di trovarsi in presenza di un’ opera sì grandiosa ma irrimediabilmente sfuocata. Questo disorientamento non consente di creare quel processo empatico che generalmente lega il lettore ai protagonisti della vicenda, ne nasce così un senso di distacco nei confronti del libro.
Contenutisticamente fa piacere trovare in un romanzo moderno tanta introspezione psicologica e tanta profondità strutturale tuttavia se queste non sono supportate da fatti e azioni, almeno in minima parte, la narrazione perde di ritmo, diventa ridondante e si affloscia su se stessa contribuendo a cementare il sopraccitato distacco. Dal titolo un profano potrebbe immaginare si tratti di un'opera intrisa di ironia, ma considerato che sono rese molto meglio le parti tristi/violente (in queste l'autore è ineccepibile e raggiunge vette mai riscontrate in altre opere) rispetto a quelle ironiche, viene da pensare che il "jest" del titolo non sia un elemento della trama ma una sarcastica rivincita dell'autore che condanna il lettore, come campione ideale della società che lui pare disprezzare, a leggere per mesi le gesta disorientate e le divagazioni (talvolta fuori luogo) dei suoi personaggi. In sostanza Infinite Jest è un' opera che si ricorderà più per l'impegno che per il piacere di leggerla, più per l'allucinata cerebralità dell'autore che per la sua (talvolta mordente) ironia. Lettura enciclopedica, impegnata, complessa e innovativa… Non sempre però conoscenza e impegno dettano i canoni di un capolavoro letterario, non sempre complessità (specie se è auto compiaciuta) è sinonimo di grandiosità, non sempre innovazione è sinonimo di bellezza.
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