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Limonov, che altro?
Se si volesse cogliere la personalità di Limonov in un solo sguardo, naufragare nelle pieghe più intime della sua anima, sporcarsi del fascino ora disgustoso ora magnetico di questo personaggio, rischiando magari di rimanerne incantati, basterebbe osservare quest'immagine: http://tommasopincio.files.wordpress.com/2013/02/limonov.jpg
Oltraggiosa, magari, provocatoria: Limonov nei panni di eroe nazionale, dominatore incontrastato di una donna (la moglie, una delle tante) che prostrata nuda a terra sembra venerarlo, nell'estasi di una visione divina. O almeno così, quella figura così inestricabilmente muscolosa e tenera, quella posa da squallida mitomania, vorrebbero che la foto venisse interpretata. Un manifesto della vita di Limonov, o magari il suo testamento, quell'apogeo di splendore che l'irruenza dell'uomo "d'azione" (o meglio "del sogno") ricerca: non denaro, ma semplicemente fama, rispetto, quel prestigio cui la triste mediocrità paterna ha precocemente rinunciato. Limonov è tutto qui: il terreno martoriato di un desiderio parossistico alla gloria, cristallizzato nella potenzialità dal baratro incolmabile del reale. Perché Limonov è un'anima pervicace, lucida come l'acciaio, inflessibile come una spranga di ferro, eppure così intimamente sola (nonostante gli scandalosi cori di donne, giovinetti, ragazze che lo circondano) da essere latente, tanto da reclamare uno scopo, un obiettivo che possa riaccenderla: che sia amore o gloria non conta.
Limonov è un uomo d'onore, odia mentire, vive al pieno tutto ciò che la vita offre, che sia scandaloso, che sia nobile, è uno che "odia la povertà perchè l'ha provata", è, insomma un eroe.
Tra le vertigini aristocratiche e del potere e gli abissi dei derelitti che costellano la mitologia di Carrére, Limonov è l'unico in grado di tenere a freno gli istinti feroci della storia: incisa nella vita del personaggio la storia recente della Russia, dell'ex Jugoslavia, in una carrellata di eventi, personaggi scolpiti nella loro vivida influenza sul reale. E' in questo pantano (invero sublime) di mito e storia, che Carrére si dimostra abile affabulatore, o meglio, semplicemente uomo. Il lucidissimo sguardo dell’autore che penetra nelle foschie della storia, affilatissimo, ed implacabile, si scontra con l'estasiato sguardo di un bambino, assorto nella contemplazione sorpresa del suo eroe preferito. L'eroe è il Limonov (ma attenti, quello di Carrére), il bambino è il lettore (e l'autore stesso). E con estrema abilità l'autore riesce ad evitare una deflagrazione che sembrerebbe inevitabile.
A leggere la biografia di Limonov, scevra dal romantico sguardo dell'autore, pare di leggere sì una vita avventurosa, ma che con l'eroico non ha nulla da spartire. Non dunque una biografia, ma un pretesto per scavare nella propria coscienza, trascinati da una vita volontariamente consacrata all'eccesso, sullo sfondo della storia recente. Pietà e disgusto si fondono, e rimane soltanto un magnetismo silente, che scompagina le pagine, fino al finale. Limonov è quello che tutti vogliono, quello che tutti temono: l'assoluta libertà dal comune pensare. O forse è tutt'altro, magari un uomo in rivolta disilluso dai suoi stessi desideri, magari un povero squattrinato alla ricerca di successo.
Impossibile giudicare, impossibile staccarsi dal fascino di una mitologia storica così abilmente creata, così dannatamente pregnante di fascino. Il fascino di una vita vissuta nella sua pienezza, che forse farà biasimare qualcuno per la grigia monotonia del quotidiano: il Limonov di Carrére è un sogno, quello reale, invece, un brusco risveglio.
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Commenti
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aspettavo che qualcuno mi convincesse al 100% a leggerlo!
grazie Daniele
A Pia per l'essenzialità (ma che bella sintesi! un po' vanitoso lo sono :-) )
Ad Alessandro: Sallustio docet; ora tenterò di trovare quella sintesi che mi manca, non aggiungere, ma eliminare;
A Silvia: non c'è di che, se lo leggi fammi sapere, sono convinto che ti piacero (o per lo meno lo spero, era da un po' che cercavo un libro così).
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Pia