Dettagli Recensione
Signori questa è la guerra....
Si può descrivere la guerra? Veramente dico.. si può descrivere quello che prova un saldato, il suo stato d’animo, le sue emozioni, le sue paure? Si può descrivere tutto ciò praticamente in versi, una lunga poesia tanto bella da essere indescrivibile? Si ..si può, è quello che ha fatto Kevin Powers: la sua è un’esperienza diretta, è reduce dalla guerra in Iraq e di ritorno finisce gli studi e diventa un ‘poeta’. La storia (’poesia’) racconta gli eventi di Bartle e Murphy: Bartle, 21 anni, è un ragazzotto che si arruola per sfuggire alla sua famiglia, per dimostrare un poco di coraggio (‘ma cosa hai fatto’ gli ripete la madre…). Un giorno durante l’addestramento incontra Murphy, 18 anni, un nanerottolo con pochi peli in faccia e qualche brufolo…. Qui sotto l’ala protettrice del sergente Sterling intraprendono un percorso alla ‘full metal jacket’ che li preparerà (o forse no..) alla Guerra: Murphy viene affidato a Bartle e prima di partire la madre del diciottenne gli strappa una promessa… ‘me lo riporterai a casa’- ‘si lo farò’ …. E’ detta così, senza pensare, come farebbe qualsiasi 21enne: ‘te ne pentirai, non dovevi’ il commento del sergente scaltro e pazzo quanto basta. Il libro è scritto per flashback: eccoci ora in Iraq, sento il caldo anch’io, sento i profumi e e gli odori, vedo la luce di questo paese e sento la paura quando ci sono i bombardamenti, quando le scariche di mitra di passano vicino, troppo. I due ragazzotti tengono il ‘conto’ macabro, ancora pochi morti e saranno mille..948.. 949… beh meglio qualcun altro, anche se hai scavalcato in mensa il soldato appena morto. Chi era in fondo? Meglio lui di noi… e sento la paura, paura che ti fa pisciare addosso, piangere, tremare. Non è la guerra dei supereroi dei corpi speciali senza macchia e paura dei film, è la guerra dei ragazzotti di 18-20anni. Come fanno a dimenticare i corpi squarciati dalle bombe, l’odore della carne putrefatta e infine come si fa a dimenticare un compagno morto che avevi promesso di riportare a casa. E quando sei a casa, rimani solo con i tuoi pensieri, incubi, promesse mal riposte: chi ti aiuterà, ti proteggerà, chi ti riporterà alla vita. E chi ‘senefrega’ di questa guerra, si si legge tra le righe questa domanda, a chi è servita, perché è stata fatta. Alcune immagini di questo libro mi hanno letteralmente affascinato, intimorito, affranto: non avevo mai letto niente di simile.’’ La guerra provò a ucciderci in primavera. Quando l'erba tingeva di verde le pianure del Ninawa e il clima si faceva piú caldo, pattugliavamo le colline basse dietro città e cittadine. Superavamo le alture e ci spostavamo nell'erba alta mossi dalla fede, aprendoci sentieri con le mani come pionieri, tra la vegetazione spazzata dal vento. Mentre dormivamo, la guerra sfregava a terra le sue mille costole in preghiera. Quando arrancavamo, sfiniti, i suoi occhi erano bianchi e spalancati nel buio. Se noi mangiavamo, la guerra digiunava, nutrita dalle sue stesse privazioni. Faceva l'amore e procreava e si propagava col fuoco. Poi, in estate, la guerra provò a ucciderci mentre il calore prosciugava dei colori le pianura’’ no questo non è un romanzo è poesia, è bellezza terrorizzante. Consiglio il libro a tutti forse con le dovute cautele anche nelle scuole magari superiori. Signori questa è la guerra moderna.
Indicazioni utili
Commenti
5 risultati - visualizzati 1 - 5 |
Ordina
|
un saluto
:D
Sicuramente lo leggerò. Bravo
Ciao
5 risultati - visualizzati 1 - 5 |
Bravo!
Pia