Dettagli Recensione
Indimenticabile
Quando ci si trova a leggere un romanzo come questo l’unica cosa che si può fare è rimanere a bocca aperta . Obbiettivamente devo dire che tutti i paragoni fatti con “Cent’anni di solitudine” sono del tutto coerenti. Descrizioni splendide, personaggi indimenticabili, situazioni eleganti e grottesche si susseguono in un vortice di emozioni e sensazioni di rara bellezza e intensità. Il tutto si svolge in un posto indimenticabile avvolto dal rosso sangue del Sorgo maturo, in un luogo che scivola tra il reale e il magico. Mo Yan è un Maestro con le sue parole, e la sua capacità narrativa, ti travolge di emozioni. In poche righe si resta rapiti dalla sua capacità di fondere la crudeltà di uno stupro con la bellezza divina di un aguzzino, oppure, lo splendido paesaggio fatto di un cielo turchese profondo e di una madre terra sanguinate sorgo che fa da sfondo all’atroce scuoiamento, da vivo, dello zio Liu. Questo libro è stato come viverlo, come esserci dentro; ogni passaggio, ogni rigo, è un turbinio fatti affascinanti.
Anche qui ci troveremo davanti a personaggi controversi, che racchiudono in loro il meglio e il peggio dell’essere umano. Il comandante Yu (il nonno) Eroico bandito, che prendo a esempio su tutti in quanto principale protagonista è capace di sgozzare un monaco, ma anche di sacrificarsi per il bene del prossimo tormentandosi della crudeltà dei demoni invasori. Racchiude in se il dualismo dell’uomo e le controverse emozioni.
Ogni libro di cui e composto il romanzo tratta argomenti diversi della stessa vicenda. Questa scelta ci permette di affrontare la totalità della storia in modo avvolgente, lasciandoci il tempo di respirare, per metabolizzare al meglio tutta la storia. La scelta stilistica di continue digressioni non ci spiazza, anzi, ci coinvolge e in parte ci incuriosisce spingendoci alla lettura.
Personalmente mi sono preso un lungo periodo per affrontare questo affascinante viaggio, dove non si capisce mai veramente dove finzione, leggenda e realtà si separino, anzi questi tre elementi si fondono e si scindono sostituendosi l’uno all’altro . Negli occhi mi sono rimasti il sorgo rosso sangue, i tramonti con il sole striato sullo sfondo e la terra nera. Ma anche le sue credenze mistiche al limite del esoterico ed il sorgo, che si dimostra vita e morte di un periodo controverso e affascinante di un popolo e di una generazione che ancora vive a metà tra feudalesimo e rivoluzione .
In conclusione Guan Moye alias Mo Yan è entrato,in virtù di grazia ,eleganza, semplicità e profondità, di prepotenza nel olimpo dei miei autori preferiti ; e sono concorde con l’appendice del libro in cui si sostiene che Mo Yan racchiuda, in “Sorgo rosso”, tutta la bellezza della letteratura cinese degli ultimi duemila anni.
Un plauso va fatto anche alla traduzione, che è stata fatta con sapienza, mantenendo inalterata, a mio parere, quella diversità affascinante delle figure retoriche orientali, che tanto contraddistinguono la letteratura cinese.
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Commenti
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Consigliatissimo !
Mooooolto ma moooolto convincente.
paola
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