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La cerimonia del massaggio
Conoscevo già Alan Bennet per aver letto anni fa "Nudi e crudi", per cui sono stata subito attratta da questo libro e non ne sono rimasta delusa. Questo piccolo "tesoro", pur nella sua brevità, ha mille sfaccettature a cominciare dal titolo originale - The Laying on of Hands - che risulta essere un gioco di parole (non reso dal titolo italiano) tra consacrazione, cerimonia in senso ecclesiastico e l'imposizione delle mani in senso taumaturgico. Infatti, il defunto Clive è il protagonista di un funerale-celebrazione postumo a sei mesi dalla morte (avvenuta in circostanze poco chiare in Perù come scopriremo) al quale partecipano tutti i suoi numerosi clienti-amanti essendo lui un massaggiatore-gigolò.
Bennet fa sue le tre unità aristoteliche (questo testo renderebbe benissimo in teatro) poiché la scena si svolge tutta in una chiesa anglicana nell'arco di circa quattro ore, tanto dura la funzione, durante le quali le sorprese non mancano. L'autore, facendoci ridere col suo humour per tutto il libro, ci offre comunque delle tematiche importanti e d'attualità su cui riflettere: l'AIDS, l'omosessualità nella Chiesa ma soprattutto la quasi negazione della morte, vista come un qualcosa "altro" a noi da esorcizzare, propria dei nostri tempi.
A baluardo dell'ortodossia religiosa Bennet mette l'arcidiacono Treacher in contrapposizione con l'officiante padre Jolliffe (notare i cognomi!) che comunque, nel finale, verrà anche lui "contaminato" dalla vita segreta e dissoluta di Clive.
Questo libro è praticamente perfetto soprattutto perché, nel mare delle nostre risate, non si salva nessuno!!
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