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L'insostenibile leggerezza dell'essere
 
L'insostenibile leggerezza dell'essere 2013-06-28 16:19:41 marinablu
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marinablu Opinione inserita da marinablu    28 Giugno, 2013
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COM-PASSIONE O SOUCIT?

Leggerezza e pesantezza; anima e corpo; amore e sesso; luce e buio; spesso e sottile; caldo e freddo; essere e non essere. In queste coppie che si oppongono tra loro cosa intendiamo come positivo e cosa come negativo?

Tomas e Tereza, due anime che si incontrano tra queste righe scritte da Kundera, possono rappresentare la parte più intima e contrastante dell’essere umano, con la loro forza e con la loro fragilità, nelle loro certezze e nelle loro insicurezze ci possiamo specchiare e riconoscervi una parte di noi.
Tomas è un affermato medico in carriera, forte nel suo essere libero da ogni legame sentimentale. Una serie di coincidenze faranno sì che nel cammino della sua vita incontri Tereza, “anima fragile” di cui prendersi cura proprio come un bambino, che messo in una cesta per essere trovato e salvato, è stato condotto dritto a Tomas attraverso un fiume chiamato Destino.
E’ con Tereza che Tomas imparerà l’amore, una passione sì ma quasi diametralmente opposta al sesso, per Tomas quest’ultimo è un desiderio che si applica a una quantità infinita di donne, mentre la voglia di dormire insieme è un desiderio che si applica a un’unica donna.
Nonostante Tomas abbia accolto nella sua vita l’Amore/ Tereza, non rinuncia al suo opposto, alla parte più libera di sé, non vuole rinunciare neanche per un attimo alla passione per le donne, è così che le piccole bugie per nascondere i suoi tradimenti poco alla volta vengono a galla e con loro anche tutte le paure e le insicurezze di Tereza, ma il loro è un rapporto aperto, Tomas vive liberamente le sue avventure e Tereza liberamente vive le sue angosce, di nuovo grazie a Tereza Tomas imparerà il significato della parola COMPASSIONE.
Per tutte le lingue che derivano dal latino la parola compassione è formata dal prefisso “cum” e la radice “passio” che significa originariamente SOFFERENZA, quindi avere compassione significa che non rimaniamo indifferenti al dolore altrui o addirittura che partecipiamo al dolore di chi soffre. Amare qualcuno per compassione significa amarlo realmente? In altre lingue come ad esempio il polacco (wspot-czucie), il tedesco (mit-gefuhl) o il ceco (soucit), questa parola viene tradotta con un sostantivo composto da un prefisso con lo stesso significato seguito dalla parola SENTIMENTO. Questo termine viene normalmente utilizzato con un significato quasi identico ma grazie all’etimologia della parola stessa riesce ad avere un raggio di applicabilità molto più ampio, provare compassione (CO-SENTIMENTO) significa vivere con qualcuno le sue disgrazie ma anche provare insieme a lui qualsiasi altro sentimento: gioia, angoscia, felicità o dolore. Come la definisce Kundera questa è “l’arte della telepatia delle emozioni, è la capacità massima di immedesimazione affettiva, nella gerarchia dei sentimenti è il sentimento supremo”. Questa compassione o se vogliamo (co)sentimento, non è forse una forma di amore immensa?
Ogni angoscia o paura, ogni incubo vissuto da Tereza, Tomas lo vive sulla sua pelle, è come se quell’angoscia, paura o incubo bruciasse dentro di lui anche se, in fondo, ne è lui stesso l’artefice.
A rendere impervia la strada del loro amore ci pensa anche il regime comunista che occupa la città di Praga, la totale mancanza di ogni forma di libertà costringe la coppia a trasferirsi all’estero, ma non è cambiando aria che si risolvono i problemi, Tereza si rende conto che mentre a Praga dipendeva da Tomas per ciò che coinvolgeva il suo cuore, sola e in una terra straniera, Tereza capisce che dipende da Tomas per tutto, lui è la sua casa, lui è la sua famiglia, lui è il suo tutto, lui però non ha mai smesso di frequentare altre donne…e se lui l’abbandonasse cosa sarebbe di lei?

In prima persona l’autore ci racconta la storia di Tomas e Tereza e lo fa con una naturalezza unica, è come se il lettore si facesse una chiacchierata con lui alternando la storia a profonde riflessioni.

“L’uomo vive ogni cosa subito per la prima volta, senza preparazioni. Come un attore che entra in scena senza aver mai provato. Ma che valore può avere la vita se la prima prova è già la vita stessa?.... La vita che scompare una volta per sempre, che non ritorna, è simile a un’ombra, è priva di peso….. sia stata essa terribile, bella o splendida, quel terrore, quello splendore, quella bellezza non significano nulla”( ….e in questi termini è insostenibilmente leggera).

Kundera scava con una trivellatrice l’animo e la psiche dei protagonisti permettendo al lettore di affacciarsi in questo enorme buco e poter sezionare insieme tutto ciò che provano e pensano, ci presenta e ci spiega il dualismo presente nell’animo di questi due esseri. Kundera ci offre la possibilità di riflettere su di loro, di giudicarli addirittura ma non senza i giusti parametri di giudizio anche perché ci coinvolge talmente tanto nella loro vita che non possiamo non essere participi delle loro gioie e dei loro dolori, riesce a farci immedesimare ora in Tomas , ora in Tereza tanto da provare per loro “soucit”.

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"....nel cammino della sua vita incontri Tereza, “anima fragile” di cui prendersi cura proprio come un bambino, che messo in una cesta per essere trovato e salvato, è stato condotto dritto a Tomas attraverso un fiume chiamato Destino."wow, che bello questo passaggio. Bellissima recensione, complimenti :-)
Nelle tue parole emerge molta passione per questo libro...
Brava.
A differenza tua a me non ha coinvolto più di tanto.
Ciao
In risposta ad un precedente commento
marinablu
29 Giugno, 2013
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@calzina e @maria68 Grazie mille! Sì, mi sono lasciata trasportare facilmente dalle parole di Kundera, ho apprezzato molto la vera e propria "analisi psicologica" che fa dei personaggi e catturare sotto la superficie della loro storia d'amore riflessioni molto più profonde. Un saluto.
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