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Lolita
 
Lolita 2013-06-23 21:03:27 silvia t
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
silvia t Opinione inserita da silvia t    23 Giugno, 2013
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Lolita

“Lolita, light of my life, fire of my loins. My sin, my soul. Lo-lee-ta: the tip of the tongue taking a trip of three steps down the palate to tap, at three, on the teeth. Lo. Lee. Ta.
She was Lo, plain Lo, in the morning, standing four feet ten in one sock. She was Lola in slacks. She was Dolly at school. She was Dolores on the dotted line. But in my arms she was always Lolita.”

Non è necessario aggiungere altro alla potenza esasperante di questo incipit per sintetizzare ciò che “Lolita” è: un capolavoro di stile, una sinfonia che si insinua dei meandri della mente e tocca corde sconosciute, fa vibrare nervi nascosti, suscita emozioni dimenticate. L'autore, russo di origine, americano d'adozione, è costretto alla lingua inglese abbandonando l'amata dolce melodia dell'idioma nativo; ma il talento che pervade la penna di Nobokov non si lascia imprigionare, sgorga impetuoso riuscendo a generare la perfezione di un testo che emana emozioni non si limita a raccontarle.
La traduzione italiana, almeno nel suo incipit, non gli rende giustizia, ma mantiene, a dimostrazione dell'universalità della buona scrittura, l'essenza che si irradia intorno al lettore, trasportandolo negli anni quaranta, facendogli respirare quegli odori e quelle atmosfere, quella strana allegria così lontana dalla realtà europea di allora.
Questo stile estatico si mette al servizio di un contenuto difficile, proibito; il lettore si trova a conoscere il protagonista, attraverso il suo stesso racconto, il suo stesso dolore, il suo stesso tomento, assoggettato a una pulsione che affonda le proprie radici in un atavico dolore, in una insuperabile perdita, origine e morte, eterna ricerca di ciò che non potrà mai più esistere; in nessun momento è giustificato, né giudicato, ma solo compreso e compatito. Lolita, è caratterizzata così bene da sembrare viva, quell'età così misteriosa, così piena degli infantili gesti, inizia a macularsi di malizia; la capacità di sedurre, anche se non compresa a fondo, diviene un'arma micidiale che le permette di ottenere ciò che vuole, barattandola, però, con la sua infanzia.
Molti sono i piani di lettura che si possono scorgere tra le righe, quello narrativo è solo il più superficiale, il più banale, il più accessibile; echi dostoievskijani permano le pagine fin dall'insuperabile incipit, il fato sembra giocare una macabra partita a scacchi, sembra spianare la strada per poi erigere un muro e come un alito di vento proustiano aleggia alla ricerca di quel tempo che fu, alla ricerca, prima, di un giovanile amore perduto a tredici anni nella vecchia Europa strappato alla vita dal tifo, alla ricerca, poi, tra le urla gioiose dei bambini di quella piccola Lolita che non esisterà più, ormai cadavere in quel corpo di diciassettenne; Humbert è un uomo solo, che vive di ricordi, di rimpianti, di rimorsi; quei viaggi, lunghi, pericolosi, fatti per assaporare ogni minuto, ogni secondo di quegli anni fuggevoli e lievi non sono che un tentativo, vano e malato di perpetuare un'illusione, di rendere eterno ciò che è mutevole per natura, in una vertigine di follia e di morbosità che finirà per distruggere con la sua impetuosità tutto ciò che gravita intorno, per rivelare che nessuno degli attori di questo dramma è del tutto innocente: non Humbert, non Lolita, non sua madre; l'altro piano di lettura che richiama alla mente Flaubert per le descrizioni puntuali e precise, è quello sociologico, di cui la bigotta società americana dell'epoca si fa protagonista, ogni personaggio secondario è caratterizzato con pochi tratti, ma sufficienti a creare un'idea viva e nitida di ciò che era quel periodo, quell'America allegra e spensierata che ballava mentre l'Europa rinasceva dalle macerie.
Non è solo questo Lolita, Nobokov nasconde tra le parole, tra i baci non detti, tra le malelingue non ascoltate, come nel più classico dei gialli, indizi e prove che sfuggono all'occhio del lettore, creando un racconto nel racconto, inserendo un mistero su cui Humbert indagherà e solo alla fine, come in un flashback ogni tassello tornerà al proprio posto e tutto avrà un senso. Il finale sarà un gioco di specchi in cui il lettore si perderà e non sarà più in grado di comprendere, di giudicare, ma solo di ascoltare una storia.
Un capolavoro, una di quelle opere che insinuate nella mente non la lasceranno mai.

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Commenti

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Davvero splendida recensione!
non conosco il testo ma ne trasmetti tutta l'essenza!
Si spendida recensione.
Silvia se ti manca Lolita devi rimediare quando hai tempo, lettura davvero interessante, lo stile di Nobokov è....... perfetto direi .
Molto bella la tua recensione e particolarmente coinvolgente, se non fosse che non è il mio genere ci farei un pensierino !
:-)
Io penso che vada letto, anche se non appartiene al genere preferito, proprio per come è scritto e per quello che trasmette. Io l'ho tenuto per anni in libreria (in tre edizioni diverse tra le altre cose) ma ho sempre rinunciato proprio perché avevo del tutto frainteso il contenuto. Non avrei mai immaginato fosse un gioiello del genere.
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Mephixto
24 Giugno, 2013
Ultimo aggiornamento:
24 Giugno, 2013
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Sicuramente è un gioiello; ma non vorrei dovermi trovare in una situazione d'insofferenza: detesto lasciare i libri letti a metà ( cosa che è successa in non più che un paio d'occasioni, a cui certamente rimedierò),quindi preferisco non cominciarli se ho dei dubbi;e devo essesere spinto da una forte motivazione per affrontare un genere che non mi appartiene.
Questo non esclude che un giorno non mi poassa cimentare in questa lettura. :-) Quindi chissà, forse un giorno ...
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silvia t
24 Giugno, 2013
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Hai ragione, lasciare i libri a metà è odioso, ma io credo che non sia possibile farlo con questo.
Spero che un giorno tu ti ricreda, perché ha così tanto da dire questo testo che sarebbe un peccato non conoscerlo solo per un pregiudizio! :-)
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Mario Inisi
24 Giugno, 2013
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Mi hai fatto cambiare idea su Nabokov.
Questo è un libro che mi ha fatto impazzire sia per quanto mi è piaciuto sia per quanto ho trovato ostico lo stile di Nobokov in alcuni passaggi e sono contentissima di averlo letto, credo però che se a uno non piaccia il genere possa tranquillamente astenersi dal leggerlo, ricordo ancora quanta fatica ho fatto a legere "il nome della roisa" , se una cosa non ti appartiene c'è poco da fare secondo me non è giusto sforzarsi ci sono un sacco di bei libri ....anche se ripeto lo stile merita davvero
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katia 73
24 Giugno, 2013
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Mario dopo aver letto una recensione così è lecito cambiare idea ;))
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gracy
24 Giugno, 2013
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Silvia è la "cariatide" di Qlibri!!! Ma oltre alla pompa magna dello stile e ai contenuti che hai descritto in modo impeccabile e con chirurgica precisione, mi piacerebbe sapere cosa ti ha lasciato dentro come lettrice questo classico :P...personalmente non vedo l'ora di leggerlo!
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