Dettagli Recensione
Capolavoro dimenticato (snobbato?)
Sono arrivato a questo testo in modo casuale, grazie ad un amico che tutti i giorni affronta quella guerra quotiadana che risulta essere il pendolarismo .
Siamo entrambe amanti della letteratura, orientati su generi differenti, ma in comune abbiamo una cosa, ci piace saggiare della narrativa vera, di qualità, che abbia, nel bene o nel male, da dire qualcosa di importante, in modo elegante e sagace. Vi premetto questo perché, a seguito di questa lettura, ritengo che sia inammissibile che un testo di tale importanza e intensità non sia ad oggi materia di studio nelle scuole, e ritengo oltremodo inaccettabile che sia stato quasi dimenticato e rimanga sconosciuto al grande pubblico, almeno in Italia. Un romanzo che viene definito a livello mondiale, il capolavoro del '900 sudamericano.
Questo romanzo è, senza ombra di dubbio, un Capolavoro. Un opera completa: profondo, intenso, originale, un affresco sudamericano impareggiabile. Un dipinto argentino vivo: al cui interno mutano le maree in un impetuoso oceano di emozioni e sentimenti, un tango argentino in prosa. Non vi nascondo che è un testo la cui difficoltà, almeno per me, è stata evidente. Ma i contenuti sono talmente intensi che è impossibile non leggere, no nazi che dico, non fondersi nelle parole di Sàbato; che con sapienza e ardire affrontano argomenti scottanti e spesso irritanti.
Mi sono affezionato ai personaggi di questo incubo argentino, Martin, Alejandra, Fernando, Bruno. Ma non dimenticherò mai i non protagonisti, tutti, dal primo all'ultimo tratteggiati benissimo: vividi e reali. E posso dimenticare forse Buenos Aires? no! E' descritta con poche parole, in modo graffiante e cupo nel suo risplendere di vita: viene dipinta come una nuova Babilonia, dove i popoli della terra: i reietti , i disperati e i sognatori si incontrano in questa patria madre della speranza, figlia delle rivoluzioni idealiste fallite nell'avidità dell'uomo, che la trafiggono impietosi come una lancia, da parte a parte, da oltre cento cinquant'anni. In questa orgia di sentimenti e pensieri profondi di vicende di sangue emerge una storia d'amore potente, tenera e isterica, tra due ragazzi: Martin e Alejandra appunto, due anime vere, originali, uniche. Un amore brutale, schizofrenico, un amore che sembra non poter esistere. Ma non è d'amore che parla questo romanzo...(l'amore è solo un veicolo, una scusa, per mostrarci qualcosa di più) ...ma ben si di angosce dell'anima, di follia, di verità, di pensieri umani, di speranza, di devozione, di deliri e crudeltà, di sogni irraleazati di delusioni e illusioni e ... Più leggevo più la prospettiva di questo romanzo cambiava, sino a raggiungere il capitolo straordinario, su il "rapporto sui Ciechi". Il delirio di un ossessione che prende forma. Una mania di persecuzione all'ennesima potenza, provata da un personaggio impagabile come Fernando. Ma mi è impossibile descriverlo in quanto rimane un pezzo di letteratura che difficilmente ritroverò altrove ed è troppo ampio perchè una sola chiave di lettura possa decifrarlo. Posso affermare però che è un capitolo resta dentro,grazie a deliri razionali, alle logiche di alienazione estrema, nei vaneggiamenti carismatici e spietati di un individuo che mai ho avuto modo di incontrare in altri romanzi. Un viaggio alle porte della lucida follia, dove ogni tunnel è una nuova paranoia.
Solo leggendo l'ultimo paragrafo, l'ultima frase, ho capito quanto è grande in termini di concetti, ed argomenti, questo romanzo; spingendomi ad ammettere che dovrò rileggerlo più di una volta per poter decifrare questo messaggio, criptico, che mi ha incasinato il cervello.
[...]Prima, quando ero più giovane e meno diffidente, seppur convinto della mia teoria, rinunciavo a verificarla e perfino ad enunciarla, perché quei sentimentali pregiudizi che sono la demagogia delle emozioni mi impedivano di sfondare le barriere erette dalla setta, tanto più impenetrabili quanto più sottili e invisibili, fatte di idee imparate a scuola e sui giornali, rispettate dal governo e dalla polizia, diffuse dagli istituti di beneficenza, dalle signore e dai maestri. Barriere che impediscono di arrivare fino ai tenebrosi sobborghi dove i luoghi comuni incominciano a diradare, a diradare, e nei quali si inizia ad avere qualche sospetto della verità.
Ci vollero anni perché potessi oltrepassare le barriere esterne. E così, a poco a poco, con forza grande e paradossale, come quella che in un incubo ci fa muovere incontro all’orrore, andai penetrando in quei proibiti territori in cui comincia a regnare l’oscurità metafisica, qua e là intravvedendo, dapprima in modo indistinto, come fuggevoli dubbi e fantasie, poi con maggiore e terribile precisione, tutto un mondo di esseri abominevoli.
Racconterò come conquistai questo terribile privilegio e come dopo anni di ricerca e di rischi potei entrare nel recinto dove s’agita una moltitudine di esseri, dei quali i comuni ciechi non sono che la manifestazione meno impressionante[...]
Indicazioni utili
Commenti
9 risultati - visualizzati 1 - 9 |
Ordina
|
E' inammissibile che un capolavoro, riconosciuto a livello mondiale, in Italia sia appena conosciuto... e invece tutti conoscono "cinquanta sfumature di grigio"... è agghiacciante ! non trovi ? ;-)
Maria
I miei complimenti Mirko!
Pia
@Pia sei gentilissima, spero sia veramente convincente , perché vorrei potermi confrontare con altri riguardo questo testo . Spero che la mia recensione serva a spronare qualcuno alla lettura. Perché la cosa peggiore è l' indifferenza e questo testo non se la merita affatto !
9 risultati - visualizzati 1 - 9 |
è bellissimo ed interessante riscoprire titoli dimenticati