Dettagli Recensione
La storia di Call/iope
Mi sono avvicinato a questo libro in maniera un po' scettica, sono onesto, sia per motivo delle tante pagine (606), sia per l'argomento trattato, che pensavo non potesse interessarmi e coinvolgermi più di tanto. Beh, ho completamente sbagliato ogni previsione. Il libro tratta un tema molto complesso che è quello dell'identità sessuale e delle varie discriminazioni che, chi non nasce uomo o donna, è costretto a subire. La storia del nostro protagonista (userò il genere maschile perché alla fine Cal decide di essere Cal e non Callie o Calliope) ci viene raccontata dall'autore in prima persona tramite un unico grande flashback con sporadiche uscite nel contemporaneo, durante le quali Cal ci racconta della sua frequentazione con Julie. L'idea del narratore onnisciente che racconta la storia tramite flashback, a mio avviso, è stato un gran colpo di genio, infatti non solo ci permette di capire chiaramente ogni singolo avvenimento, partendo dal 1920 ad oggi, ma perché lo stesso Cal prende parte al racconto trasmettendo le sue emozioni al lettore, rassicurandolo a volte e altre volte spiegandogli dettagliatamente ogni particolare (capita spesso infatti che il protagonista si rivolga al lettore con "caro lettore" o simili). Nello specifico il romanzo inizia nel primo decennio del 1900, quando i nonni di Cal, Desdemona e Lefty, sono costretti a scappare dalla Grecia a causa della guerra, e decidono di rifugiarsi a Detroit, dove viveva una cugina. Nel corso della traversata oceanica Lefty e Desdemona si sposano. Tutto normale direte voi. Beh, no, non tanto, Desdemona e Lefty sono fratelli. Arrivati in America decidono di dire il loro segreto solo alla loro lontana cugina, per il resto in America tutti non sanno del fatto che sono fratelli. Iniziano così a lavorare, Lefty ma mille lavori diversi, passa dalla Ford al contrabbando di liquori durante al proibizionismo, fino ad aprire un bar (sotterraneo) tutto suo. Nel mentre però, tra un lavoro ed un altro, Desdemona e Lefty, hanno due bambini, Zoe la più grande e Milton, il più piccolo. Desdemona è ossessionata da questi due bambini, in quanto teme che il loro legame impuro possa causare danni genetici ai bambini, fortunatamente però così non è. I due bambini crescono, e Milton stringe un legame, inizialmente d'amicizia ma che poi diventerà altro, con Tessie, figlia della cugina della madre. Milton fa mille lavori, proprio come il padre, alla fine arriverà addirittura ad aprire una catena di ristoranti e a raggiungere finalmente il sogno americano, diventare ricco, cosa che gli permetterà non soltanto di girare in Cadillac, ma addirittura di comprarsi una grande casa in un quartiere residenziale prestigioso che, ironia della sorte, si chiama Middlesex. Middlesex che tradotto liberamente è il "sesso di mezzo" o meglio l'intersesso. Dico ironia della sorte proprio perché dal matrimonio tra Tessie e Milton nascono: Chapter Eleven, fratello maggiore, e Calliope, protagonista del romanzo. Calliope, o in futuro Cal, a causa di un gene recessivo del quinto cromosoma (dovuto ai continui accoppiamenti tra persone con stretti legami sanguigni) è un ermafrodita. Ora non proseguo oltre con il racconto della trama perché credo che questa parte vada letta, sia l'iniziale crescita di Callie come bambina, sia quando Callie si accorge che in realtà non è una bambina come tutte le altre, sia la fuga, la "trasformazione" in Cal e il conseguente ritorno a casa. Non avevo mai letto un romanzo di Eugenides e devo dire che il suo stile è meraviglioso, mai eccessivo nella prosa, sa scrivere e sa essere avvincente e accurato nelle descrizioni senza mai annoiare il lettore. Ottimi specialmente i viaggi interiori che Cal fa alla scoperta di se stesso e delle sue emozioni. Non era facile trattare un tema così delicato come quello dell'ermafroditismo o più in generale dell'identità sessuale, Eugenides riesce invece a farlo con grande intelligenza riuscendo a farci entrare perfettamente mella mente del protagonista ed analizzando ogni sensazione in maniera estremamente limpida, e il tutto si conclude con una frase a mio avviso meravigliosa che dice "Ognuno di noi nasce con geni maschili e femminili, e se il sesso è biologico, il genere è culturale". In tutto ciò, Eugenides riesce anche a farci fare un viaggio interessante nell'America che cambia e si trasforma, iniziando dal 1920, passando per il proibizionismo, arrivando alla crisi del petrolio, fino ai nostri giorni, e non mancano gli eventi storici sempre raccontati in maniera dettagliata e completa. Insomma non è un caso se questo romanzo nel 2003 ha vinto il Pulitzer per la narrativa, sicuramente uno dei migliori autori contemporanei. Applausi.
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