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I desideri del professore
David kepesh , giovane professore universitario e la sua grande passione : il fremito erotico. Questo e' infatti l'argomento itinerante del romanzo dove , dai tempi del college fino alla cattedra in lettere, dischiude al lettore il sipario della sua sessualita' e delle relazioni che lo hanno affiancato durante la vita.
Estroso attore iperattivo nelle prime esperienze sessuali , variopinte in un triangolo amoroso dalle pennellate picassiane, convola successivamente a nozze con una tanto splendida quanto sfuggente e controversa bellezza . Dopo il prevedibile divorzio la svolta: Claire, colta intelligente giovane bella, la moglie perfetta , la madre perfetta.
Ma la sindrome da peccato originale , che guizza caparbia partendo da ogni singolo neurone lassu' all'estremo nord di Kepesh fino giu' , giu' nei pressi del basso ventre non ha pieta' . Essa esorcizza ogni forma di sensata padronanza che lui potrebbe pretendere sulla sua carne, sui sentimenti, sul raziocinio in un lievitare di dubbi e riflessioni di un maschio che non riesce a trovare il giusto connubio tra amore lungimirante e sessualita'.
Scritto con uno stile brillante, affascinante, ironico e sensuale da una mente indubbiamente maschile, l'elegante favella erotica mi ha sì appagata nella forma ma nella trama mi ha velato il palato con un retrogusto di moderata perplessita'.
Sebbene il libro non sia particolarmente corposo, a lungo andare il poco assortito contenuto mi ha un tantino annoiata, ma questo e' un parere personalissimo molto legato al puro gusto, l'opera e' sicuramente di buon valore.
Buona lettura.
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Commenti
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@Mirko, ahahahahahah !!! ma ho detto MODERATAMENTE, piu' tipo pasticca di antibiotico diciamo.
I cachi acerbi sono uno strazio che dura a lungo :-D non e' poi cosi' male questo libro.
prova con la trilogia dai...dimmi che non butterai la spugna...magari immergiti in Pastorale americana per primo ;))
@Mephixto
nooo..bellissimo il paragone con la lingua felpata e i cachi acerbi!!!! Ahahahah...lo userò come paragone!
non ho ancora avuto modo di sperimentare Roth, ma pensavo a Pastorale americana, chissà.......
(In effetti ci ho provato...l'ho abbandonato dopo 20 pagine....ritenterò!)
Prima o poi ritentero', scrive bene lui...non e' mica da buttare quest'uomo *-°
No feeling con questo grande autore, ma probabilmente è solo questione di concomitanze sfavorevoli (stato d'animo al momento della lettura, opera letta...) Anch'io ci ritenterò! :-)
Bruno
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