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Jezabel ha un figlio maschio
La storia inizia in sordina, scialba, stentata. Come il narratore sembra che anche Purdy sia riluttante a fronteggiare il ricordo della famiglia Fergus.
Il narratore della storia è l'amico di famiglia, Matt Lacey che racconta al nipote Geremia la storia della famiglia perché la riordini e la trascriva. Tutti gli eventi erano già stati riportati nel suo orribile diario da uno dei protagonisti della storia, Jethro, il figlio di mezzo, l’osservatore perenne della madre, onnipresente dietro ogni porta chiusa, pronto a origliare ogni discorso, Jethro cui non sfugge niente.
Anche in questo romanzo ci viene presentata una madre snaturata, una specie di Jezabel, donna bellissima con un marito incapace che ha sperperato tutto il danaro di casa, fiumi di danaro, in speculazioni sbagliate. Poi è sparito per anni nel sud nel tentativo (fallito) di recuperare il danaro perso.
A un certo momento Wilder (il marito) decide di tornare dalla moglie e dai suoi tre figli, a casa, con grande costernazione della donna che vorrebbe continuare la sua vita libera. Nonostante la donna giudichi il marito un incapace, impone al figlio maggiore Roi di consegnare al padre la somma ereditata di recente perché la faccia fruttare. La famiglia è povera e il danaro avrebbe dovuto consentire a Roi, ragazzo brillante, di fare carriera. Il lettore immagina che fine farà il danaro del ragazzo, e probabilmente anche Elvira lo immagina. Tuttavia lo pretende per tagliargli le ali nonostante l’affetto che ha per lui. Elvira è una madre/ donna castrante e manipolatrice. I figli sono incatenati dall’affetto per lei, affetto malato in parte, e lottano per liberarsi.
Apparentemente l’antagonista della donna è il marito o meglio la sorella del marito e l’oggetto del contendere è la causa di divorzio e il dominio sui figli.
In realtà i veri antagonisti della donna sono i suoi figli, il grande Roi, aspirante attore, e il figlio di mezzo Jethro. I figli vorrebbero anche loro la libertà, il primo di farsi una vita sua e di diventare attore e l’altro vorrebbe una madre diversa, che rinunciasse ai suoi amanti, e la libertà di amare il padre.
Il perno della storia è la figura della donna, Elvira, attorno alla quale gira tutto il mondo. La narrazione ha un inizio stanco e niente lascia capire la forza che a poco a poco acquisterà. La figura della donna all’inizio quasi solo abbozzata (come nella Jezabel della Nemirosky) poi emerge prepotentemente in tutto il suo splendore carica di mille sfaccettature. Una donna orribile, castrante per tutti gli uomini che ha intorno, figli e marito compresi, manipolatrice, adultera, terribilmente possessiva con i figli cui chiede la vita stessa in cambio del suo affetto, bellissima tanto da diventare per tutti l’unica donna, anche per i figli. Le pecche di Elvira sono rigorosamente elencate nel suo orribile diario dal figlio di mezzo Jethro, Jethro il mostro, Jethro cui non sfugge niente, Jethro che è l’alter ego dello scrittore stesso Purdy. La storia è evidentemente autobiografica per buona parte. Purdy descrive Jethro all’inizio della storia come se avesse una mostruosità fisica, il ragazzo dalla testa spaccata e trafitta che doveva morire. Piano piano si capisce che il ragazzo non ha nulla che non va sul piano fisico, che la mostruosità sono i pensieri ossessivi che continuano a trafiggerlo. La stortura del ragazzo è nell’anima. Il libro analizza anche il rapporto con il padre in modo veramente interessante. Il rapporto edipico malato e profondo della madre con i figli viene chiamato in causa con grande lucidità per spiegare l’omosessualità (o bisessualità) dei due figli grandi e del narratore Matt Lacey innamorato di tutta la famiglia, letteralmente.
Si capisce che il racconto è un gioco di specchi con più osservatori e narratori. Il titolo stesso la versione di Geremia non ha senso se non inteso in questo gioco di specchi. Perché Geremia, il nipote di Matt, dovrebbe dare una sua versione dei fatti? Si capisce che la versione è la versione di Jethro, quello che si deve discolpare, e in ultima analisi è la versione di Purdy.
Il dramma che ha un po’ le coordinate di una tragedia greca, esplode e divampa e la narrazione diventa un fiume in piena incontenibile. Ci sono delle parti di una bellezza ineguagliabile come la descrizione della scazzottata tra Wilders, il padre di Jethro e uno dei tanti truffati.
L’argomento del libro è ostico, si entra nel cuore di complessi, nelle ossessioni, forse nelle storture dei rapporti umani.L’aspetto sessuale analizzato come parte del dramma non è mai o quasi mai fiction. In ciò che Purdy scrive si coglie l’autenticità e la sincerità della confessione fatta per una necessità interiore e non per divertire o intrattenere un pubblico. Il libro è bellissimo! Non capisco perché non lo ristampino. L’argomento poteva essere all’epoca scandaloso ma oggi? Mi auguro che qualcuno preservi questo patrimonio dell’umanità. Tra l’altro ho anche visto che il romanzo On glory’s course (PEN/Faulkner Award for fiction Best Novel nominee (1985): On Glory's Course) non è mai stato tradotto. E’ così scandaloso l’argomento? E’ la sincerità che mette pensiero?
Cos'ha che non va questo genio?
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Commenti
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Pia
Rassegnamoci...la Minimum Fax ha già dato con Malcolm e Il nipote....Se l'hai comprato questo libro penso che valga un bel gruzzoletto.
Chapeau!
Perchè ha già dato? Impossibile che non venda, non gli fanno abbastanza pubblicità. E' troppo, troppo bravo. E l'uomo di Kiev non riesco ad andare avanti nella lettura per come è bella ogni pagina. I libri così mi fanno questo effetto. Poi rileggerei solo quelli, mi passa la voglia di leggerne altri.
Non posso pensare che su autori così i gusti possono essere diversi. DEVONO piacere a tutti.
La bellezza diventa una cosa oggettiva. (Comunque vista la presentazione di Malamud dell'Einaudi credo che se gli editori non vendono è proprio colpa loro! L'hanno fatto passare per uno sciattone, figuriamoci! )
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Queste donne...quante storie!
Ciao Mario e complimenti!
Pia