Dettagli Recensione
O lo si ama o lo si odia.
Edimburgo, fine anni ottanta. Una compagnia di tossicodipendenti.
Irvine Welsh presenta il suo fortunatissimo e primo romanzo, che da una bella ventata di aria fresca per quanto riguarda la narrazione e il contenuto. Stiamo parlando di Trainspotting. Ovvero, il passatempo nel osservare i treni alla stazione centrale di Leith.
Come ho detto prima, tutto gira intorno a questa compagnia di drogati e narra le loro vicende in prima e in qualche caso pure in terza persona. La caratterizzazione dei personaggi è ben fatta, ognuno per quanto sia uguale all'altro essendo dei tossici, ha la propria personalità. C'è Rents, che avrebbe buoni propositi per smettere con l'eroina, ma spesso è molto invidioso. C'è Sickboy, il (perdonatemi il termine) "Rocco Siffredi" del gruppo. Nonostante anche lui sia dipendente dall'eroina, in qualche modo riesce sempre a fare colpo sulle ragazze, forse grazie anche alla sua grande autostima alimentata dal suo amico immaginario noto come Sean Connery. C'è Begbie, quello duro e che non ha paura di niente. Quello che trova delle motivazioni assurde per giustificare la sua violenza. Ma nonostante tutto è l'unico che non fa uso di eroina. Infine c'è Spud, il tossico animalista, buono con tutti. Questi sono i principali personaggi.
Detto questo, L'autore nel raccontare queste vicende ha uno stile tutto suo. Non si ferma davanti a niente e nessuno. Se c'è qualcosa di troppo freddo o troppo crudo che è necessario narrare, lo fa senza troppi problemi, senza censurare e indebolire l'atrocità delle scene. E questo l'ho apprezzato molto. Le cose vanno raccontate così come sono, senza mezzi termini o cazzate varie. Comunque, ci tengo a precisare che questo non è un romanzo classico, ma più che altro è una serie di racconti. Non c'è proprio una trama lineare da seguire.
Per quanto riguarda il contenuto, lo si può trovare tra le righe. Magari a prima lettura può sembrare che l'autore abbia trattato argomenti delicati come le droghe, il disagio sociale e l'astinenza in modo superficiale ma non è così. Basta solo leggere tra le righe e guardare oltre il proprio buco del culo. Anche perché dopo la metà, (non ricordo precisamente quando) Rents fa dei pensieri che porta poi all'evoluzione vero e proprio del personaggio e di conseguenza del contenuto.
Questo romanzo o lo si ama o lo si odia, e se lo amerete lo divorerete in pochi giorni.
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Commenti
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p.s. non sempre la parolaccia è automaticamente volgarità...in casi come questo poi, quando si commenta un autore come Welsh (ma penso anche a Miller o Bukowski) inserirne qualcuna secondo me è del tutto lecito
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