Dettagli Recensione
Magnetico e sfuggente
Norwegian Wood è stata una scoperta del tutto casuale, regalatomi in un giorno qualunque da un amico secondo il quale, se a me piaceva leggere, allora quel libro dovevo assolutamente leggerlo.
Così è iniziata la mia conoscenza di autore e protagonista.
Toru si trova su un areo ad Amburgo e, ascoltando le note di Norwegian Wood dei Beatles, la sua mente fa un tuffo nel passato facendo riaffiorare il nitido ricordo di un fatto accaduto diciassette anni prima. A così inizio un lungo flashback in cui si snoda la travagliata adolescenza del ragazzo, costellata di accadimenti dolorosi e una profonda solitudine che accompagneranno la crescita di Toru. La morte violenta e prematura del suo migliore amico, l'incontro con Naoko, ragazza di quest'ultimo del quale si innamorerà, ma la fragilità emotiva e psichica della giovane renderanno questo sentimento arduo ed estenuante. A fare da contrappeso a ciò egli troverà il suo sostegno in Midori, sua vivace compagna di corso, segnata anche lei da lutti famigliari, con la quale instaurerà un profondo e a volte contradditorio rapporto di amicizia e amore.
Camminando in equilibrio sul filo della vita, immerso in avvenimenti forse troppo grandi per lui, e avvolto in una ragnatela di sentimenti contrastanti, Toru si troverà spesso in bilico nel scegliere quale sia la cosa giusta da fare, verso gli altri e per se stesso e nel suo dolore di adolescente maturerà, suo malgrado, la consapevolezza che la morte non è l'antitesi della vita ma una sua parte intrinseca.
Con un mosaico di parole magistralmente incastrate, Murakami riesce a catturare l'attenzione del lettore, accompagnandolo per mano fino alla fine. Il suo stile narrativo è scorrevole e limpido, in punta di penna accende i riflettori su questioni intime e importanti e con un tocco quasi surreale riesce a dare una pennellata di colore ad una storia, che nel complesso si può definire grigia per i temi trattati, dando vita al buffo personaggio di Sturmtuppen, e con i suoi stravaganti aneddoti cerca di alleggerire argomenti altrimenti impegnativi come la morte, il suicidio e la solitudine. Ma questo scrittore va oltre, abbatte il tabù occidentale di inserire riferimenti esplicitamente sessuali nel racconto, "parlandone" apertamente come parte naturale e integrante del romanzo. La sua scrittura è così originale da evocare chiaramente nella mente del lettore ciò che descrive, che si tratti di un paesaggio, di un golfino o di un semplice fermaglio per capelli.
In un'intervista Murakami disse "Le frasi devono avere ritmo, l'ho imparato dalla musica, soprattutto il jazz", ed è su questo fondamento che tesse la sua trama narrativa, come la rete di un pescatore, così leggera all'apparenza ma solida e strutturata in verità, riesce a carpire una varietà multicolore di pensieri e sensazioni che sembrano discordanti, a volte reali a volte impalpabili, ma uniti sapientemente da un'unica armonica logica.
Finito di leggere il libro l'espressione che meglio indica quale fosse il mio stato d'animo è: frastornata.
Da un lato la piacevole sorpresa di una scrittura così creativa da ipnotizzarmi, dall'altro quella strana sensazione di essermi persa qualcosa, di non aver compreso fino in fondo un concetto che invece avrei dovuto intuire. Non so se per una lontananza cronologica di età trattata, o perché in realtà io non ho mai vissuto, né direttamente né indirettamente, le vicissitudini e le problematiche descritte, io non sono entrata in empatia con nessun personaggio, sono sempre stata una spettatrice esterna che osserva al d fuori della finestra senza però partecipare emotivamente a ciò che accade e nonostante ciò non sono riuscita a staccarmi da quella finestra attirata da un qualcosa che mi affascinava e spiazzava allo stesso tempo.
Questo è comunque un autore che da spiegare è difficile....va semplicemente letto, perché leggere Murakami è come guardare un quadro di Kandinski, ognuno ci trova qualcosa che lo attrae ma per motivi differenti: così come il fondersi di astratte geometrie in un tripudio di colori rapisce lo sguardo dell'osservatore, il fluire armonioso e leggero delle parole cattura il lettore...si rimane ammaliati da un qualcosa che non si capisce bene cos'è, però è bello, e come tutte le cose belle danno sempre una piacevole sensazione di serenità.
Pur avendo provato sentimenti discordanti verso questa lettura, la consiglio sicuramente perché Norwegian Wood è un libro......magnetico e sfuggente.....
Dany
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Commenti
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;-)
Quando l'ho letto, io credo d'essermi fatta molto influenzare da commenti e recensioni.
Alla luce di tante riflessioni che ho fatto, meno a caldo e con più obiettività, mi ritrovo d'accordo tantissimo con una parola che hai usato: "frastornata"...sai perchè?
Ho cominciato a pensare che mentre lo stile è davvero bello e musicale,e su quest'aspetto non ho cambiata la mia opinione, il contenuto trattato invece sia molto problematico e sofferente...forse troppo per i miei gusti...
Ciao, Pia
Quello che dici è esattamente quello che ho pensato io....troppa sofferenza, troppo dolore e sopratutto tutto insieme, apprezzando comunque lo splendido carattere narrativo!
Ho letto questo libro dopo una serie di libri che appartenevano decisamente ad un altro filone, per lo meno emozionale e che lanciavano messaggi diametralmente opposti (l'Alchimista, Bambaren, Il Profeta), molto più ottimisti....così questo mi è sembrato davvero troppo doloroso!!!
Io lo apprezzo molto.
Complimenti
Saluti
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