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Neve di primavera
Abbandonarsi alle pagine di Yukio Mishima significa partire per un viaggio lontano dagli schemi letterari occidentali.
Con il primo romanzo della tetralogia “ Il mare della fertilità” si apre il sipario sulla cultura, sul pensiero, sulla società, sulla storia del Giappone del primo novecento.
Mishima ci introduce all'interno di sontuosi palazzi dell'aristocrazia vicina all'imperatore, vivendone complotti e ipocrisie, facendoci respirare un'aria opprimente, dove è d'obbligo l'osservanza di rigidi schemi comportamentali e di consuetudini ataviche.
Una rigidità legata ad antichi retaggi socio-culturali che si infrange contro i primi sussulti di modernità che cominciano a percorrere il paese.
Una rigidità che tarpa le ali a chi non vuole sottostare alle regole imposte dalla cultura familiare e di casta.
Uno spaccato sociale implacabile, di cui l'autore mette a nudo con estrema eleganza vizi e virtù, dipingendo una magnifica tela narrativa tutta luci e ombre; un mondo fosco talora avvolto nelle nebbie oppure sfavillante come le rosse colline di aceri.
Colori, profumi ed immagini creano un tessuto fitto e inestricabile, ricostruendo luoghi immersi in un'aura di magia e misticismo, all'interno dei quali si muovono i protagonisti con naturalezza.
I protagonisti di questo primo romanzo sono due giovani di stirpe aristocratica che incarnano due poli opposti: la razionalità l'uno e la passionalità l'altro.
Una dicotomia splendida che si snoda lungo tutto il percorso narrativo, toccando momenti di intensità filosofica dal grado di lettura agevole e gradevole.
E' un maestro Mishima nel trasmettere al pubblico il fuoco amoroso della passione che brucia in Kiyoaki ed il fuoco del rigore della logica e del dovere che arde nella mente di Honda.
Calcolo e istinto, raziocinio e amore, mente e cuore, realtà e sogno danzano insieme, scendono a confronto, si attraggono e si respingono, orchestrati da una bacchetta inusuale, ossia l'amicizia, valore inespugnabile e inviolabile, foriero di comprensione e unione.
Se a livello contenutistico l'opera ribolle come un tino pieno di mosto in fermentazione, così sul piano stilistico la penna di Mishima è dotata di una carica lirica abbagliante; riesce a trasmettere le sensazioni più intime e profonde di un animo attraverso immagini, riesce ad essere etereo ma pervasivo, con pochi tocchi scatena una tempesta oppure mette in scena un arcobaleno.
Sa cantare la gioia ed il dolore, la vita e la morte in maniera sublime e soave.
Una lettura consigliabile a coloro che amano assaporare il gusto di nuove culture e che sanno apprezzare uno stile di scrittura impegnativo, ma che brilla per raffinatezza ed eleganza.
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Commenti
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Bruno
grazie per avermi stuzzicato con le tue recensioni su Mishima, perchè forse non l'avrei mai letto!
Pia
Bellissima recensione Silvia, rendi molto bene quello che hai trovato in questo libro!
Quasi quasi me lo segno, visto le vostre recensioni entusiastiche!! :))
Grazie :-)
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Una preziosa recensione per un libro splendido, ora sono...
... Cavalli in fuga :-)