Dettagli Recensione
Il lupo della steppa siamo noi!
Questo libro faceva parte della mia libreria da un bel pezzo, non sapevo cosa aspettarmi in quanto è stato uno scambio e non ho neanche letto la trama, la sola cosa era la curiosità di leggere qualcosa di Hesse che mi è stato spesso e volentieri consigliato.
Quando un giorno, non molto lontano (lunedì), "Il lupo della steppa" mi ha chiamato, ha instillato in me la necessità di leggerlo.
Non è stata una lettura semplice, la scrittura e il linguaggio usati non sono sempre scorrevoli, difatti mi sono trovata spesso a leggere e rileggere una frase per capire meglio il significato.
Detto questo, che è l'unico lato un po a sfavore (non dico negativo perchè non c'è nulla di negativo in questo libro) credo sia entrato a fare parte della mia "top ten" dei libri preferiti.
Nulla avviene per caso ed ecco che, essendo in transito verso una me stessa diversa, questo libro capita a fagiolo.
Non mi soffermerò a fare riassunti perchè rischierei di banalizzarlo e comunque sarebbe abbastanza impossibile rendere in pieno la profondità del messagio che Hesse vuole donarci. Cerchero, che non me ne voglia, di condividere con voi ciò che ha comunicato a me:
Ha suscitato non poco stupore e spesso ho trovato familiarità nel lupo della steppa (anche se familiarità è un termine riduttivo perchè pensavo stesse parlando proprio della sottoscritta).
Fin da piccoli ci insegnano che la nostra anima è divisa in due: bene e male, bianco e nero, diavolo e acqua santa.
Siccome il male (rabbia, l'invidia, la golosità.........) non va bene, allora per sopravvivenza e per non sentirci sbagliati, cerchiamo di sopprimerlo nella speranza che un qualche Dio ci assolva dai nostri peccati.
Quale assurdità...
Ecco che, ad una certa età o in un momento particoalre di cambiamento, compaiono i disagi, la paura, l'ansia, il panico e il senso perenne di inadeguatezza.
Più li scacciamo, più questi torneranno con maggiore forza e carica, pronti ad abbattere le barriere.
Avete mai avuto la sensazione che stesse succedendo qualcosa di pericolosissimo in un momento di assoluta calma?????
Se la risposta è si allora sappiate che state cercando di sopprimere un qualche lato di voi stessi che vuole venire fuori.
Veniamo spinti a scappare da noi stessi e cercare risposte al di fuori o, cosa peggio ad isolarci.
Tutto ciò non è altro che la vita che bussa alle nostre porte e ci chiede di tornare a fare parte di noi.
(Del resto, i più grandi psicologi non dicono che la depressione, l'ansia e il panico non sono altro che sentimenti repressi??)
La rinuncia ad un lato del nostro carattere non fa altro che aumentare la nostra sofferenza, ripresentandosi in vesti ben più pesanti e fomentando il lupo della steppa con la costante sensazione di essere soli.
Questo libro enfatizza il concetto che se i due lati coesistono vige la serenità e al contrario ci sarà una lotta costante al dominio supremo.
Qui subentra la filosofia orientale di cui Hesse si è cibato per gran parte della sua vita, facendo uscire Erminia come personaggio principale e fondamentale che scatena il caos e rinnova la vita di Harry.
Lei abbatte il muro che Harry si è creato e in un costante crescendo, fa scoprire ad Harry che non ha solo i due lati uomo/lupo, ma che la sua nima e la nostra anima ha molteplici lati, personaggi e animali e tutti che cercano di coesistere.
E' più facile accettare i lati positivi di quelli negativi ed ecco che nasce il costante conflitto interno.
Il lupo della steppa è questo, il lupo della steppa siamo noi, il lupo della steppa è il male dell'uomo da secoli e secoli.
Tutti i personaggi che compaiono nel libro, dove non solo Erminia è importante e fondamentale per il cambiamento di Harry, ma anche Pablo e Maria e tutte le altre comparse sono importanti quanto lui, semplicemente perchè i personaggi "marginali" non sono altro che la proiezione esterna di un lato che il lupo della steppa ha soppresso e soffocato dentro di se.
Uccidendo noi stessi (metaforicamente) e ciò che ci siamo cuciti addosso, riusciremo a fare luce al nostro vero io.
Solo quando saremo disposti, per obbligo o per esigenza, a lasciar uscire e accettare tutti i personaggi insiti in noi riusciremo a vivere con pace e serenità e di conseguenza accettando noi stessi, riusciremo ad accettare il mondo esterno.
"Benchè la necessità di diventare uomo gli sia più palese che ai borghesi, chiude gli occhi e non vuol rendersi conto che quel disperato attaccamento all'io, quel disperato rifiuto di morire è la via più sicura per arrivare alla morte eterna, mentre il saper morire, il saper spogliarsi e abbandonare l'io alle metamorfosi conduce all'immortalità"
p.s.: spero di essere stata chiara e meno confusa di quanto credo, nel descrivere ciò che secondo me lui ha voluto comunicare attraverso questo bellissimo libro.
Buona lettura.
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Commenti
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Grazie del Memo
Assolutamente daccordo infatti se lo avessi letto due mesi fa, molto probabilmente non mi sarebbe piaciuto!!
Un abbraccio!!
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Meraviglioso commento! Un'analisio davvero matura, ben esposta e partecipata...Bravissima!:)