Dettagli Recensione
...e poi Creamy incontrò Ranma
Apprezzo Murakami e la new wave letteraria giapponese, ma questo libro presta il fianco a quasi ogni critica negativa che si può muovere verso questo genere.
Fatta salva la leggerezza di ciò che viene rappresentato e la piacevolezza di come viene descritto, la trama dà l'impressione di tentare di mettere insieme un'ambiziosa fantasia dalle caratteristiche suggestive, per poi rinunciare a trovare un senso tra i diversi spunti -non poi molti- messi in scena.
A chi è già capitato di leggere qualche autore contemporaneo giapponese, avrà notato come spesso le storie "ondeggino" sul filo dell'inconsistenza e dell'incompiutezza, generando immagini semi trasparenti intrecci serenamente sospesi a mezz'aria.
Murakami pare piuttosto che ci marci su questi stilemi, diluendo omeopaticamente il racconto tra ampie parentesi superflue e elementi ridondanti.
Ho avuto spesso la sensazione che provo davanti alla tv durante la pubblicità, quando non so ancora che programma stanno trasmettendo e spero che diano qualcosa di interessante, per lo meno per ripagare la lunga attesa.
Fiaccata da insistite lungaggini e afflitta da cliché abusati nella letteratura giapponese (situazioni pruriginose, personaggi morbosetti...), la storia volge al termine impiegando uno stile da best seller (capitoli brevi, frasi semplici, ricapitolazione degli avvenimenti ogni tanto...), evitando accuratamente di arrischiarsi a mettere in difficoltà il lettore.