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Le catilinarie
 
Le catilinarie 2013-05-24 16:36:23 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    24 Mag, 2013
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L’horror della Nothomb

Il titolo dell’opera

Viene preso in prestito dalle orazioni pronunciate nel 63 a.C. dal terrore di tutti i licei: il famigerato Cicerone che articola ben quattro discorsi per avventarsi - con l’arte della retorica - contro Catilina, capo della congiura che voleva minare gli ordinamenti repubblicani.
“Quo usque tandem Catilina abutere patientia nostra?”, il celebre incipit del retore ben si presta ad essere applicato alla storia di due anziani coniugi: ritiratisi in campagna, devono fare i conti con un odioso e invadente vicino, che li obbliga ad esercitare l’arte che rese proverbiale Giobbe: quella della pazienza.
“Senza rendermene conto, cominciavo a parlare con impeto: mi lasciavo trascinare come il Cicerone della prima Catilinaria”.

I personaggi della storia

I due coniugi si chiamano Emile (“Ero professore di latino e greco al liceo”) e Juliette (“Juliette è sempre stata mia moglie; è stata anche sempre mia sorella e mia figlia”).
La casa in campagna, ove si trasferiscono, rappresenta un sogno: “Quando abbiamo visto la Casa, abbiamo provato un delizioso sollievo: esisteva, allora, il luogo al quale aspiravamo dall’infanzia”. E, almeno inizialmente, concretizza un idillio: “E di colpo abbiamo capito che questa vita era quella a cui avevamo sempre aspirato”.
Però … però, poi arrivano i coniugi Bernardin, creature nelle quali converge …

… l’horror della Nothomb

Lui, Palamède Bernardin, “aveva l’aria di un buddha triste”. Si presenta dai vicini tutti i giorni alle quattro pomeridiane e li assedia sino alle sei con la sua ingombrante, antipatica, inquietante presenza: “Era chiaro che le parole sì e no costituivano l’essenziale del suo vocabolario”. Diventa un incubo, contro il quale i malcapitati coniugi tentano varie e vane reazioni: “Lo sa che è stato Palamede a inventare il gioco dei dadi, durante l’assedio di Troia?”

Lei, Bernadette, ricorda un personaggio del Fellini Satyricon: l’ermafrodita nella grotta. “Era spaventosa quanto la creatura felliniana”.
Se volete un assaggio dell’horror di Amélie, eccovi accontentati: “Bernadette non possedeva naso; vaghi pertugi sostituivano le narici. Alcune fessure sottili situate più in alto comprendevano i globi oculari … Quello che mi faceva più impressione era la bocca: la si sarebbe detta quella di una piovra. Mi chiedevo se quell’orifizio avesse la facoltà di produrre suoni”. Non è un pezzo degno di Lovecraft?
E per infierire sulla poveretta: “Ne bevve il contenuto d’un sorso, muggendo come un ibrido tra un facocero e un capodoglio”.

Per una visione d’insieme della coppia: “Palamède si allontanò nella notte tirandosi dietro il suo peso morto matrimoniale. Sembrava un grosso marinaio che trainava una chiatta”.

Ma l’horror richiede anche un’adeguata ambientazione: “Quella casa orribile, desolante, mefitica, grottesca, bisunta, scomoda, e soprattutto quella proliferazione di orologi … l’inferno doveva essere così.”
Negli orologi, un simbolo del perturbante: “Unica luce, in fondo al tunnel, era la morte. E i venticinque orologi di casa scandivano il ritmo lento e sicuro che ve lo conduceva”.

Un’annotazione stilistica

Amélie, in almeno tre circostanze, conia aggettivi mutuandoli da scrittori/poeti: “un motivo mallarmeano”, “un rutto melvilliano”, una “tracimazione lamartiniana”.
Copiandole il brevetto, noi potremmo parlare di “cattiveria nothombiana”?

Bruno Elpis

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Le Catilinarie di Cicerone
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Ormai divori un Nothomb dopo l'altro....fascino nothombiano :)
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petra
25 Mag, 2013
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Da manuale questa recensione, davvero accattivante!
@ Ale: e tu, dopo la tua dichiarazione d'amore, ti sei riconciliata? :)

@ Petra: Buon week end! :)

25 Mag, 2013
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Che bello Bruno!!!
Ti stai nothombizzando anche tu!!!! =DDD
E'sempre bello avere un seguace in più!
Scherzi a parte, la Nothomb è troppo brava!! Non per niente è la mia scrittrice preferita! =)
@ Ceci: sta diventando anche la mia preferita. Qual è l'opera che tu preferisci? Adesso vorrei leggere Barbablu.
Ciao cara, buon fine settimana :)
commento super appetitoso, Bruno!
credo proprio che questo titolo possa essere il mio prossimo incontro con l'autrice!
Complimenti Bruno! Questa recensione mi sembra particolarmente riuscita. Ancora non ho letto questo gioiello nothombiano, ma posso rimediare. Tra l'altro, la descrizione di Bernadette mi ricorda una mia ex vicina di casa, che a dire il vero era ancora più orripilante: la realtà batte sempre la narrativa:-)
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Ally79
25 Mag, 2013
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In effetti siamo ancora in pausa di riflessione,hai presente?Sul tipo stiamo distanti e vediamo se possiamo vivere l'una senza l'altra....non so come finirà,ma non rinnegherò mai il grande amore che c'è stato con Amèlie ;- )))
In risposta ad un precedente commento

25 Mag, 2013
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@Bruno: il mio libro preferito scritto da lei è "Attentato". Oltre ad essere il primo Nothomb che ho letto e che mi ha fatto innamorare di lei, non mi ero mai divertita così tanto, il macabro, il sarcasmo e la filosofia mi hanno avvolta completamente in un dolce abbraccio che mi ha regalato una soddisfazione interiore che non avevo mai provato con un libro =D
"Barbablù" è uno di quelli che invece mi è piaciuto di meno: a mio parere è un po' la scopiazzata di tutti i suoi romanzi precendenti e la storia non mi ha coinvolta granchè.
Ritengo comunque che vada letto, merita =)
Ciao anche a te =)))
Ragazzi, nothombizzato e' un neologismo che mi riporta ad oscenita' pero'...Amèliato no, piuttosto ?
Cio' detto sì Bruno, si puo' decisamente parlare di cattiveria nothombiana ! Tra l'altro mi hai fatto venire un certo appetito, credo che a breve leggero' pure io questo, devo averlo in libreria.
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