Dettagli Recensione
...la spina penetra sempre più a fondo
... ed il sangue continua a scivolare.
Meggie è una bambina, ha un viso bellissimo, si tiene dietro il gruppo dei suoi fratelli quando Ralph de Bricassart va a prendere la famiglia Cleary alla stazione; Padre Ralph de Bricassart, però, la nota, rimane incantato dai suoi capelli tizianeschi e dal suo viso angelico.
Anni prima, decenni prima, Fee sposa Paddy, diventa una buona donna di casa e dà al marito molti figli, figli che diverranno presto uomini impegnati per tutta la vita a portare avanti la magione di Drogheda.
Drogheda, perla australiana, casa eterna, arida e infinita, dove la pioggia è una benedizione e l'agio la realtà; il luogo a cui dedicare anima e cuore e corpo fino all'ultimo Cleary.
Meraviglioso. Un romanzo che mi ha lasciata senza parole, troppo pieno, troppo vivo, troppo penetrante. Un fiume straripante da ogni pagina, troppo impetuoso per non lasciarsi trascinare... circondati dalle sue poetiche acque.
La McCullough scrive divinamente, questo è sicuro: il suo stile è inconfondibile, delicato ma incisivo, le sue descrizioni sono immaginifiche e ammalianti: non si fa fatica a visualizzare luoghi e persone, perché dalla sua penna emergono paesaggi e caratteri in modo estremamente concreto. Sembra di vedere un film lento e gustoso. E poi, che paesaggi! Nuova Zelanda terra d'incanto, Australia volubile ed immensa, Roma fastosa e gloriosa e tanto altro... un viaggio dolcissimo.
I personaggi sono indimenticabili, così veri e tormentati, pieni di dubbi e passioni umane che coinvolgono il lettore in un batter d'occhio portandolo al loro fianco e commuovendolo. Mi hanno rapita, emozionata, rattristata, l'eco dei loro sentimenti è arrivato fino a me, lontana decenni e chilometri: un'onda forte a cui è impossibile resistere.
Vorrei dire che, a mio parere, questo è molto più di un romanzo d'amore, è un vero e proprio romanzo sociale: il tempo con la McCollough fa salti veloci oppure soste prolungate, ma tra un anno ed un altro emergono gli eventi salienti del periodo che, nella lontana Australia (e prima in Nuova Zelanda) arrivano attutiti e distaccati, ripercuotendosi in modo più o meno pesante sui Cleary.
E' una saga familiare continua, mai ripetitiva sebbene spesso prevedibile, che evidenzia bene l'evoluzione del modo di pensare e dei costumi della prima metà del secolo (si 'conclude' nel 1968).
Per questo sarebbe riduttivo rilegarlo ad una -seppur travolgente- storia d'amore, in quanto ha molte, ben articolate, sfaccettature.
Un libro affascinante, mirabile, sublime, profondo, intenso; stuzzica tutti i sensi.
E se lo dice una lettrice che odia le saghe familiari ed è allergica ai romanzi d'amore, forse potete crederci un po' di più.
Consigliato mille volte... soprattutto a chi crede che l'amore ha bisogno di poesia.
"La leggenda narra di un uccello che canta una sola volta nella vita, più soavemente di ogni altra creatura al mondo. Da quando lascia il nido, cerca e cerca un grande rovo e non riposa finché non lo abbia trovato. Poi, cantando tra i rami crudi, si precipita sulla spina più lunga e affilata. E, mentre muore con la spina nel petto, vince il tormento superando nel canto l'allodola e l'usignolo. Una melodia suprema il cui scotto è la vita. Ma il mondo intero tace per ascoltare, e Dio, in Paradiso, sorride.
Al meglio si perviene soltanto con grande dolore... o così dice la leggenda"
Indicazioni utili
Commenti
18 risultati - visualizzati 1 - 10 | 1 2 |
Ordina
|
lo lessi da giovanissima pure io e ne conservo un ottimo ricordo.
Erra chi lo relega a romanzo d'amore.
Viste anche le conferme di Cristina e Silvia, segnamolo !
Come dire ... giocare in casa.
Ciao,
Bruno
@c.u.b e Marcella: è per voi! :)
@Bruno ahaahahahah devo dire che il titolo... mi ha stuzzicato molto! Non è particolare?
E perfettamente attinente al libro!
@Alessia perché no? Però... scorre abbastanza lento. Non finisce mai :)
18 risultati - visualizzati 1 - 10 | 1 2 |