Dettagli Recensione
nel cuore del paese
Un libro denso, pietroso, e allo stesso tempo volatile, sfuggente. Sconcertante. Non mi sembra onesto affermare che sia di facile lettura, ma degno di essere letto, con tutta l'attenzione e la capacità più profonda di ascolto, sì, assolutamente sì. Non ha una trama, è un arcobaleno di trame che sorgono e si accavallano l'una sull'altra, nel tentativo -- intimamente impossibile -- di rendere comunicabile e di spiegare un dolore primordiale, un'offesa spaventosa, un crimine e un'abiezione abissali. In realtà è una cascata di offese e dolori che si inanenallano uno nell'altro e che sembrano accusarsi a vicenda della propria ignobile esistenza nella mente sconvolta della protagonista. Si può anche vedere come la storia di una follia, della follia umana insita nell'assurda volontà di razionalizzare il male, il nulla, la morte.
Lo consiglio vivamente a chiunque voglia riflettere su queste realtà e insieme sul valore del linguaggio, sulla possibilità stessa di significare, di rappresentare e comunicare l'esperienza del mondo, una possibilità e un bisogno che ci sembrano molto umani ma che in questo libro prendono la forma di una costrizione e una condanna quasi mostruose.