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LE 4 FACCE DELLA VERITA'...QUALE LA PIU' GIUSTA ?
Marai, Marai...quanto mi hai parlato con questo tuo libro!
Quattro monologhi intensi, profondi; quattro modi diversi di presentarmi la versione sostanzialmente di un fatto : un matrimonio e il suo fallimento.
E io con la pazienza "matura" di chi ha accumulato molteplici esperienze di vita, ti ho ascoltato in silenzio.
Mi sono ritrovata in una pasticceria in Ungheria , dove Marika, la moglie, ha raccontato ad un'amica
( ??? ) il suo amore per Peter, suo marito, di quanto abbia combattuto per cercare di tenerlo a sè, di quanto abbia sofferto quando si è resa conto che tutti i suoi sforzi erano vani e con un'ineguagliabile forza, abbia saputo arrendersi di fronte all'impossibile.
Subito dopo Peter si è raccontato in un caffè ad un amico, parlandogli dell'amore che aveva provato fin da subito per Judit, la giovane governate che era giunta alla sua casa; ha confessato la sua mancanza di coraggio di rompere gli schemi della tradizione per inseguire quel sentimento che , ne era assolutamente convinto, era ricambiato. Un amore che diventerà poi la causa del fallimento del suo matrimonio...dopo anche un risveglio di coscienza, dettato dal ritrovamento di un pezzo di nastro viola trovato nel suo portafoglio... dopo una telefonata ricevuta da Judit.
Eccoci poi in una stanza d'albergo di Roma, dove Judit si racconta al suo nuovo amore, un batterista ungherese...un artista fuggito da Budapest.
Lei , che proveniva dalla miseria più assoluta e sotterranea, aveva iniziato ad infatuarsi di Peter solo dopo avergli stirato le preziose mutande con ricamato lo stemma di famiglia. Odiava quell'ambiente di borghesi fatto di perfezionismo, di ritualità, di silenzi, di mancanza di manifestazioni di affetto puro e sincero...di una vita portata avanti con programmaticità maniacale.
Lei, stranamente non ci parla del pezzo di nastro viola...nè della telefonata : una dimenticanza? Un non voler ammettere ?...e sembra vivere la sua vita come un'eterna lotta, quasi una forma di vendetta...nulla riesce a soddisfarla...tutto si trasforma prima o poi in noia e apatia...anche il suo matrimonio con Peter...
E infine eccoci a New York, dove il batterista che ora di lavoro fa il barista, cerca di tirare le somme ; anche lui ci offre la sua versione dei fatti...ma...quali fatti?...quale la verità?
Mi piacerebbe poter parlare con Marai...e resto con i miei dubbi, con le mie domande , col mio desiderio di sapere...e vorrei anche poter dire la mia opinione.
Invece no!
Farò come il personaggio che fa da sfondo integratore a tutti e quattro i monologhi :lo scrittore Lazar.
Si, farò come lui:"Stava zitto come se stesse tacendo qualcosa. E con quale forza sapeva tacere! La stessa che gli altri impiegano per gridare".
Si, come dice anche un mio caro amico: "Il più bel tacere non fu mai scritto".
Perchè diciamoci la verità: come si può capire quale sia la verità più giusta? Chi dei quattro personaggi ci ha dato con maggior obiettività la sua percezione dei fatti?
Certo io ho parteggiato per l'uno o per l'altro...ma a questo punto capisco che anche io andrei a dare un'opinione del tutto opinabile e influenzata dalla mia esperienza di vita...perciò non mi sento di assolvere nessuno...di non condannare nessuno...e terrò in serbo nel mio cuore le mie conclusioni.
P.S.: interessanti gli argomenti sviscerati in questo libro: la lotta di classe, la borghesia. Il proletariato,la devastazione della seconda guerra mondiale , il consumismo del dopoguerra in America e in particolare le dissertazioni sui concetti di letteratura e cultura...
P.S.: su una cosa potrei rispondere a Marai. Oggi nella scuola viene posta un'attenzione particolare al rapporto tra maschio e femmina con un lavoro di educazione affettiva e sessuale; in certe scuole a partire dalle prime classi; in quasi tutte in classi quinta.Quindi la situazione è migliorata sicuramente.
Buona lettura e soprattutto buon ascolto!
Pia
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Si, Marai lascia il segno...mi ha portato tanto a riflettere sull'ambiguità delle situazioni di vita...sull'importanza di non dare giudizi affrettati...su quanto sia diversa la percezione delle cose da persona a persona...Si, sono proprio contenta d'averlo letto...
...esiste la persona giusta per noi?...io al termine della lettura sono arrivata alla mia conclusione...e come ho detto preferirei tenere mia...
Pia
Cara Amarilli, è da anni che l'educazione affettiva e sessuale risulta inserita nei programmi scolastici.
Poi come succede un pò in tutto sta nell'attenzione e nella sensibilità degli insegnanti metterla in pratica.
Ti posso dire che nel mio plesso è da parecchi anni che in classe quinta viene tenuto un corso da una psicologa. Quest'anno poi è risultato particolarmente adeguato per i ragazzi e coinvolgente.
Da prossimo anno abbiamo l'idea di estendere già dalla prima classe l'attenzione all'affettività con un progetto specifico...speriamo di riuscirci.
Mille grazie a te!
Pia
Pia
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