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Le cronache di un uccello-giraviti
Ci sono fiabe che raccontano di uccelli incantatori, uccelli di fuoco, uccelli d’oro, cigni e anatroccoli e c’è la fiaba di Murakami che racconta dell’incantesimo dell’uccello che girava le viti del mondo.
Per più di 800 pagine Murakami, con lo stile mellifluo, cadenzato e coreografico mi ha incantata, è lo stile Murakami, che semplicemente appartiene solo a lui, oserei dire unico nel suo genere, perché penso che finora un autore così originale, per come pone e racconta le storie con una prosa senza pretese e ricca di dedizione, personalmente finora non l’ho letto.
Sfoglio le sue pagine, mi abbandono e ascolto la sua musicalità, senza nessun disappunto.
Leggere questo libro è stato come lievitare, attraversare a piedi nudi e al buio un mondo fantastico, fatto di storie che si intrecciano, buffe, scollegate e improbabili e poi trovarmi nella tela che è stata intessuta e scoprire un mondo fatto di collegamenti e giri di pensieri e parole che hanno un filo logico quasi reale, quasi di appartenenza, di grandiosa ricchezza che a parole non so spiegare.
La lettura scorre soave, semplice e con tutte le perplessità, ma Haruki si sa, ci ha ormai abituati a questi mondi fantastici....orecchie di ragazze pelose, modi di concepire e fare sesso che appartengono ad altre dimensioni, un uomo che si licenzia dal lavoro per motivi che solo un giapponese potrebbe spiegare, un gatto che scompare e che misteriosamente diventa il fulcro di telefonate strambe, una cravatta a pois dimenticata in lavanderia e poi Kumiko che scompare nel nulla.
“Qualcuno chiamava qualcuno.
Qualcuno cercava qualcuno.
Una voce che non si faceva voce.
Parole che non si facevano parole."
Malta e Creta che si incuneano nella vita del vero protagonista Toru Okada, uomo-chiave che trascina tutte le altre storie come incantato, Toru impersona l'uccello-giraviti, perchè ad ogni cinguettio segue una vita che gira e che lo coinvolge nelle storie di questi personaggi quasi eterei, che compaiono e scompaiono senza tanti preamboli e particolari atteggiamenti empatici.
Case abbandonate, May sedicenne sola e in balia di una vita fuori dagli schemi, una vita coniugale senza slancio, un profumo di Dior di troppo, pozzi prosciugati che si intervallano dietro l'angolo della sua casa e in una lontana Manciuria nel corso della guerra e l’abbattimento di uno zoo....coincidenze?
Uccello giraviti….dove sei?
Intanto si ascolta in sottofondo un orchestra che suona ad intervalli “La gazza ladra” e “Il flauto magico”.
“Le lacrime cadevano rumorosamente una dopo l’altra nella pozza di luce bianca della luna, e vi si mescolavano come se in origine fossero venute di lì.
Cadendo,brillavano nei raggi lunari, come cristalli meravigliosi. A un certo punto mi sono accorta che anche la mia ombra stava piangendo.
L’ombra delle lacrime era nitidissima.
Hai mai visto l’ombra delle lacrime,signor uccello-giraviti?”
Ed io rimango lì da sola, in un pozzo che dapprima era prosciugato e che pian piano si è riempito travolgendomi, quasi soffocandomi.
Grazie Haruki.
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Commenti
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Ma perche' io non sopporto questo autore ? Possibile ?
Che io abbia sempre sbagliato il timing ? Per me e' un mistero, giuro.
Murakami o lo ami o non lo sopporti!
Io ho iniziato con Norwegian Wood e mi sento di consigliarlo come inizio.
Buone letture :))
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Rendi perfettamente giustizia a quel genio di Murakami!! =)