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L'insostenibile leggerezza dell'essere
 
L'insostenibile leggerezza dell'essere 2013-05-07 18:45:20 paoloc132
Voto medio 
 
2.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
3.0
paoloc132 Opinione inserita da paoloc132    07 Mag, 2013
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Eleganza e abilità introspettiva

La definizione "sopravvalutato" non deve essere un fattore che ci allontani in modo decisivo dalla lettura,ma un ulteriore stimolo ad affrontarla,cercando di trovare in questa nuovi significati che possano discostare il nostro giudizio da quello comune. Esiste soddisfazione più grande di quella piccola sensazione di unicità che proviamo noi lettori dinanzi al contatto con i nostri libri?
Kundera ne è la dimostrazione concreta:un libro non ha un valore positivo o negativo,ma è,nel bene e nel male.

La grande commedia umana viene rappresentata dall'autore ceco mediante la descrizione di quattro poli,che si attraggono e si respingono reciprocamente,fino a ritrovarsi totalmente isolati dinanzi al confronto finale con la vita.
Il giudizio del lettore si discosta dagli iniziali presentimenti di masturbazione intellettuale(che partono dal titolo e sono alimentati dalla "leggerezza" dei riferimenti filosofici delle prime pagine) arrivando a riconoscere la grande abilità dell'autore nella lucida e fredda analisi dei protagonisti,dall'alta abilità tecnica e dallo stile elegante e raffinato (che non rinuncia a una piccola dose di estetismo).
L'evasiva Sabina e il sognante Franz,il "leggero"(in senso kunderiano) Tomàs,legato alla drammatica figura di Tereza da una compassione schopenhaueriana:i protagonisti della vicenda si fondono nel drammatico scenario dell'occupazione russa di Praga. Proprio in questa parte del romanzo arriva la conferma definitiva dell'abilità stilistica dell'autore: la tragicità dell'evento storico viene affrontata dall'interno dei protagonisti,in un meccanismo diametralmente opposto a quello a cui siamo abituati ad assistere. Realtà e aspirazioni dei personaggi si unificano alla spietata analisi dell'evento,che riflette il difficile rapporto che ancora associa Kundera con la propria patria.
Sorprendentemente l'autore cerca di fornirci anche una soluzione all'estrema complessità del carattere umano,concludendo il romanzo con un omaggio alla fedeltà,unico elemento che riesce ad allontanarci dalla disperazione del resoconto finale,in una summa dell'esistenza idealizzata nella semplicità del mondo rurale,rifugio dagli estremi viziosi della Storia.

Appare proibitivo dare un'interpretazione lineare al romanzo:le sfumature percepite da Kundera sono molteplici,labili. L'autore ci fornisce un disegno della estrema complessità dell'animo umano,fatto di mille colori:caldi,freddi,sfumati,così confusi da non distinguerli l'uno dall'altro.
Un quadro di rara abilità stilistica.

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Commenti

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Chapeau
Perdonami...ho letto e riletto la tua recensione più volte (tra l'altro scritta egregiamente)...ma continua a sfuggirmi qualcosa:quel sopravvalutato iniziale e i tuoi voti tutto sommato bassi si scontrano (almeno nella mia mente :- ) )con delle parole che mi sembra riconoscano a Kundera grandi pregi.
Mea culpa di certo....ma non capisco!
Sono io che devo ammettere la mia colpa,il testo è poco chiaro!
Per quanto riguarda i voti,diciamo è una mia caratteristica quella di essere poco generoso..per quanto riguarda i contenuti ritengo il libro povero,seppur stilisticamente ottimo. Ecco quindi i voti abbastanza bassi (i voti superiori al 3 li riservo ai grandi classici che hanno segnato la storia,e a qualche piacevolissima sorpresa).
Per quanto riguarda l'introduzione,ho letto dappertutto che il libro,un cult degli anni 80,è stato sopravvalutato,e ancora sento parlare di quest'opera come un'opera pseudointellettuale. Proprio questi giudizi mi hanno avvicinato alla lettura dell'opera:ritengo che sia una delle nostre più grandi soddisfazioni procurarci un giudizio personale,singolare su un'opera,qualsivoglia tipo di giudizio,positivo o negativo.
Chiedo scusa se non sono riuscito a esprimermi al meglio,Ciao
bellissima recensione!
Mi fa davvero piacere che qualcuno riabiliti questo libro. L'ho letto molti anni fa, subito dopo la sua uscita e all'epoca l'ho amato moltissimo. In seguito il testo, diventato in breve un fenomeno di moda, è stato velocemente dimenticato, con qualche strascico di critica, secondo me proprio immeritata. Io ne conservo un bellissimo ricordo, dopo averlo chiuso tornai più volte a rileggerne i passaggi più intensi. Non mi sembra affatto una lettura datata, anzi, oggi, lontano dal vortice pubblicitario che lo circondò ai tempi, credo che sia un testo molto coinvolgente e che il lettore possa farsene (in santa pace!) un'opinione personale, senza essere disturbato dall'insopportabile macchina mediatica che innalza, urla, mastica e tritura ogni opera letteraria che, per qualche motivo, ottiene un immediato e inaspettato successo di pubblico (e di vendite...). La tua recensione, analitica e completa ma così delicata e rispettosa, spero contribuisca ad incuriosire tanti lettori che, magari scoraggiati dall' incerta fama dell'opera, rischierebbero di perdere questa preziosa lettura. Ciao e ancora complimenti.
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