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LA NATURA CONFUSA E COMPLICATA DELLA VERITÀ
Questo romanzo può essere paragonato a una torta di pasticceria, ben farcita di creme e molto, molto dolce. Troppo dolce e troppo ricca per i miei gusti: non soltanto per l’eccesso di zucchero che rende stucchevoli alcuni dialoghi e il finale, ma anche per la varietà di ingredienti, che “si uccidono” a vicenda e non giovano alla degustazione.
In questa storia ci sono gli schemi tipici del feuilleton, che si presta bene a essere suddivisa in puntate per far affezionare il pubblico: segreti di famiglie allargate, occhi che rivelano paternità fasulle, nuovi legami e vecchi amori, delitti con o senza castighi, grandi riconciliazioni e gran finale lietissimo condito da abbracci e lacrimoni.
Ci sono anche i temi scottanti e molto attuali, che danno spessore e sapore all’intreccio: le guerre con il loro corollario di morte e malattia; gli scontri e gli incontri tra religioni e civiltà; i diritti umani e i diritti delle donne; il dubbio e il dogma.
Temi e schemi molto lontani tra loro, che si combinano a volte con eleganza, altre volte con goffaggine: dettagli inutili, dialoghi che non funzionano e troppe, troppe lacrime zuccherose.
La storia è popolata anche da una gran quantità di personaggi, che confondono facilmente la memoria del lettore. Non ci sono invece, o difettano di coerenza e di profondità, i caratteri dei personaggi. L’autore li inserisce attraverso dialoghi e sguardi incrociati; ma questi espedienti, anche se corretti, non riescono a dar vita ai personaggi, che si perdono nell’eccesso di lacrime e di eventi.
Nonostante gli eccessi, non sconsiglio questo libro per tre motivi: la gradevolezza dello zucchero è soggettiva; i contenuti sono molto attuali; l’intreccio è ben strutturato. Da consumare preferibilmente come dessert;-)
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Passo anch'io ;)
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