Dettagli Recensione
CI SONO MADRI E NON MADRI.
Ho iniziato a conoscere l'autrice Irene Nemirovsky col libro "La preda" , che mi ha coinvolto tantissimo a livello emotivo.
Un'autrice figlia di ebrei , che fu deportata ad Auschwitz e che prima di andarsene salutò le figlie con un "arrivederci".
Il ballo è un libro a carattere autobiografico e tratta del rapporto contrastato tra una madre vanesia e crudele con la figlia di quattordici anni.
Siamo in Francia ai tempi del charleston e delle boa di piume...
La madre (???...o meglio un' adolescente mai cresciuta) in questione è talmente presa dalla nuova ricchezza acquisita dal marito, attraverso delle operazioni bancarie, talmente invaghita del nuovo ambiente aristocratico al quale vorrebbe far parte a tutti gli effetti , da non prestare minimamente la giusta cura e attenzione alla figlia.
Dopo aver vissuto per molti anni in un misero appartamento , la famiglia si trasferisce in una casa lussuosa dove regna la ricchezza...dove abbondano mobili costosi, vasellami giapponesi e cinesi...dove l'apparire ha la netta priorità rispetto all'essere.
Per questa madre , la figlia Antoinette rappresenta solo un ostacolo, una presenza indesiderata , pur affermando che le assomigliava ai tempi della sua predolescenza...La figlia, che non si sente accettata e che viene continuamente sminuita anche in pubblico ( la situazione più avvilente per una ragazza...come lo sarebbe anche per qualsiasi persona), soffre terribilmente e vive col desiderio di voler eclissare la figura materna...
Sarà il desiderio dei genitori di organizzare un ballo per debuttare nella nuova società di cui vorrebbero far parte ,e che dovrebbe garantire alla madre la possibilità di cominciare a "vivere", l'occasione che garantirà ad Antoinette di potersi vendicare...
Un momento in cui l'una potrà spiccare finalmente il volo e per l'altra di sprofondare definitivamente nell'ombra.
La lettura mi ha trasmesso molta tristezza, ma credo che offra la possibilità di riflettere su una tematica sempre attuale...quella che riguarda madri che anzichè entrare pienamente nel proprio ruolo con senso di responsabilità, preferiscono cercare di impossessarsi di quella vita, che reputano di non aver mai avuto la fortuna di avere...
E in questo modo la catena della sofferenza...anzichè fermarsi, continua a perpetuarsi...di madre in figlia...inesorabilmente...
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Commenti
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Grazie Silvia...Io continuerò a leggere quest'autrice, perchè mi piace il suo addentrarsi su argomenti a me cari...e che reputo importanti.Inoltre come donna è una figura di gran spessore.
Pia
Bella recensione, Pia.
Complimenti per la tua grande sensibilità...
Ciao.
Gin.
@ Gineisa: si hai ragione; la stessa autrice ha avuto modo di riscattarsi dalle mancanze subite nell'infanzia, grazie ad un gran amore : suo marito. Dopo che lei è stata deportata nei campi di concentramento . Lui ha fatto di tutto per cercare di farla uscire,...fino a che ha fatto la stessa fine. Si volevano talmente bene che era lui che batteva a macchina i libri che lei scriveva...il primo a venticinque anni...Si, cara Gineisa un grande amore può favorire la guarigione anche di una grande ferita...
Pia
Pia
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