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Igiene dell'assassino
 
Igiene dell'assassino 2013-04-30 17:03:34 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    30 Aprile, 2013
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Scandalosa Nothomb: la sindrome di Michael Jackson

L’ottuagenario Prétextat Tach sarà anche premio Nobel per la letteratura, ma è insopportabile (“un grasso eunuco grafomane”). Gli rimangono pochi giorni di vita, in quanto è affetto dal ‘cancro delle cartilagini’. Produce una letteratura “più nociva della guerra” ed è disgustoso: mangia “trippa fredda di mattina”, fa colazione con “latte di gallina”, pranza a suon di “frittelle di cervello, stracotto di rognoni”, adora le “polpettine di maiale cotte nello strutto, o grasso rappreso, lardo crudo …” E vi risparmio il resto. Operazione pia che la Nothomb non compie, perché sa sempre come tirar la corda!
Tentano di intervistare l’impossibile personaggio quattro giornalisti. “Ci terrorizza tutti, e me per primo, ma … questa maschera aggressiva è una civetteria: gli piace giocare all’obeso impassibile e crudele per nascondere una sensibilità a fior di pelle”. Tutti falliscono. Riesce nell’impresa la quinta giornalista: una donna che ingaggia con lo spregevole individuo un alterco senza esclusione di colpi.
I due antagonisti parlano di letteratura: “Il sommo della raffinatezza è vendere milioni di copie e non essere letto”. Come Omero, per intenderci.
I due parlano di donne (“Tota mulier in utero”) e di femminismo. Tach non si professa misogino: di più! “Odio le donne ancor più degli uomini … prima di tutto perché sono brutte”.
Il mio disgusto di lettore è stato provocato anche dall’antiestetica dissertazione sugli organi dello scrittore.
Poi il dialogo, sempre più serrato, si concentra sull’unica opera incompiuta dello scrittore: “Igiene dell’assassino”. La giornalista bluffa ed estorce una confessione su una storia allucinante di acqua, sangue e fuoco. Da ricondurre forse … alla sindrome di Michael Jackson.
“I premi Nobel per la pace sono spesso assassini, ma i premi Nobel per la letteratura lo sono sempre”. “Scrittore, assassino: due aspetti di uno stesso mestiere, due coniugazioni di uno stesso verbo”.
Amélie Nothomb, bad girl della letteratura, dissacra. Consacrandosi iconoclasta. E’ paradossale. Geniale. E scandalosa, ma non nell’accezione che attribuiscono a questo termine i benpensanti: piuttosto, nella concezione di Kierkegaard. Per il filosofo lo scandalo è qualcosa che si oppone alla ragione. O il risultato dello scontro di categorie opposte. E scandalizzarsi significa non accettare il rischio e l’incertezza.

Bruno Elpis

Amici di Qlibri!
In quest’opera della Nothomb si parla tanto di lettori. E anche di recensioni.
Vi sono i “lettori rana. Costituiscono la stragrande maggioranza” … “attraversano i libri senza prendere una goccia d’acqua”. Perché spesso “lo pseudo lettore, bardato del suo scafandro, passa in assoluta impermeabilità attraverso le mie frasi più sanguinose”. Pochi sono i lettori “nel senso carnivoro del termine”.
E noi, che razza di lettori siamo?
Quanto alle recensioni, vi do un avvertimento. Amélie, per bocca di Tach, le ritiene troppo protese a scovar metafore e simboli: “Posso permettermi di scrivere le verità più rischiose, in esse non si vedrà mai altro che metafore”.
Uomo avvisato, mezzo salvato.

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Commenti

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Io e la filosofia siamo due rette parallele, pero' mi chiedo : se lo scandalo e' qualcosa che si oppone alla ragione, perche' scandalizzarsi e' non accettare rischio e incertezza ? Non e' forse l'incerto piu' vicino all'irragionevole rispetto al certo ?
Molto parallele vero ? :-)

Cio' detto, questo non e' tra i miei preferiti ... Mercurio lo hai in ld , Bruno ?
Guarda che e' bellissimo :-)
Se lo prendi occhio all'edizione, ti consiglio Voland, l'altro e' una sceneggiatura.
Parallele significa anche ... incontrarsi all'infinito! :)
E se semplificassimo il tutto pensando allo scandalo come provocazione intellettuale e non morale?
Così almeno non ci incartiamo con la filosofia.

Mercurio ... me lo procuro sicuramente.
Chissà perché pensavo anche alle Catilinarie. M'incuriosiscono... forse per il desiderio che ho di ribellarmi a Cicerone.
In ogni caso ho già pronto, nella canna, il commento a "Diario di rondine". :)
Sempre che, prima, io non torni a sparare su Musso.

Ti sarà invece più difficile convertirmi alla letteratura degli Shogun e del Sol Levante! ;)
In risposta ad un precedente commento
EvaBlu
01 Mag, 2013
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ehm, forse è troppo tardi per seguirvi nei vostri parallelismi filosofici, considerata l'ora sono scandalosamente stanca... :) Però mi interessava il finale: se dunque, io, scrittore, scrivo che vedo il mondo di un bel verde brillante, non necessariamente voglio messaggiare al mio lettore che sono un tipo speranzoso? è questo il senso? Non vi è metafora ma soffro effettivamente di una grave deformazione alla percezione visiva :)

In risposta ad un precedente commento
EvaBlu
01 Mag, 2013
Segnala questo commento ad un moderatore
Ho riletto il mio commento-domanda: OK, forse è il caso che vada a dormire :P
Cara Eva, trovo la tua domanda molto calzante. Il senso è proprio quello che esprimi. Però applicato a un romanzo incompiuto che descrive un delitto. :)
Hai riposato bene stanotte? In ogni caso, oggi è giornata di vacanza. Buon primo maggio.
Con simpatia,

Bruno
Caro Bruno, i tuoi rimandi alla filosofia sono veramente interessanti!
anzi, la tua citazione di Kierkegaard mi ha ricordato il tempo in cui iniziai a leggerlo.....eppoi.....mollai....
prima o poi lo riprendo !
LE CATILINARIE Ce l' ho ma non lo ho ancora letto, DIARIO DI RONDINE e' tra i miei tre preferiti !!!
Chissa' se ti e' piaciuto :-)
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