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Elpi-logo n. 4
Sofia Amundsen, la creatura forgiata da Gaarder per interpretare “Il mondo di Sofia”, ha il destino scritto nel nome. Perché "sofia" in greco è la sapienza, così come la filo-sofia è l’amore per la sapienza.
Sofia è destinataria di una misteriosa serie di messaggi, che uno sconosciuto le lascia nella cassetta della posta. Con alcuni stratagemmi, la ragazza scopre che i dispacci provengono da un misterioso, eccentrico filosofo: Alberto Knox. Lo individua, lo incontra, gli parla.
Sotto il filo conduttore del disequilibrio relazionale tra discepola e maestro, Sofia ripercorre le tappe del pensiero filosofico dell’uomo: da Platone e Aristotele, via via lungo tutte le tappe successive. Ne scaturisce un’ottima sintesi: una sfilata dei principali maitre à penser e dei fondamentali filoni concettuali, un compendio enciclopedico romanzato e proposto con l’insostenibile leggerezza della narrazione, per quanto consenta la scienza filosofica.
L’idea nevralgica è proprio questa, inanellare le declinazioni del pensiero umano sull’asse di una trama tinta di giallo, che si regge su uno dei dilemmi fondamentali: la realtà esiste in via autonoma o è la produzione del nostro pensiero e della nostra immaginazione? In fondo, è l’antinomia tra idealismo ed empirismo (e/o realismo).
Coerentemente con questa impostazione, il romanzo riserva il suo bel colpo di scena finale. Tutto da gustare, per gli amanti della filosofia e della scrittura.
Bruno Elpis
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Mumble mumble...
No, direi di no.
:-D