Dettagli Recensione
abbasso i pregiudizi!
Dopo un lungo periodo di astinenza forzata, ritorno finalmente a leggere e, emotivamente molto ammaccata dalle ultime settimane, opto per questo titolo.
Mi piace come certi libri rimangano ad aspettare di essere letti fino a quando non arrivi il loro momento! Li lasci lì ad impolverare perché non ti convince il titolo, oppure la copertina, e poi, un giorno, sai che quella è la storia che ti serve in quel preciso istante!
Ed è così che è andata fra me e “L’isola dell’amore proibito”!
Cercavo una storia che mi distraesse e rilassasse, senza coinvolgermi più di quanto fossi in grado di sopportare e così è stato.
Il libro comincia presentandoci Anna, trentenne insegnante innamorata del proprio lavoro, ma insoddisfatta della propria vita sentimentale e T.J., sedicenne dal sorriso di metallo, da tre mesi in remissione dal linfoma di Hodgkin.
Dopo un volo piuttosto sfigato da Chicago a Male, i due hanno un incidente e, l’idrovolante che doveva portarli in un’isola delle Maldive in cui li aspettano i genitori di lui, cade nell’Oceano Indiano.
Anna e T.J. sopravvivono all’impatto e vengono trasportati dalla corrente su un’isola deserta.
Questa prima fase del libro, è quella che ho preferito. Non so dirvi se la vita sull’isola descritta dalla Tracey sia effettivamente realistica, però, mi ha coinvolto molto.
Ho sofferto la fame e la sete con Anna e T.J. e ho esultato con loro quando con qualche colpo di fortuna sono riusciti a cavarsela nella totale disorganizzazione iniziale. Mi è piaciuto leggere dei fallimenti, delle preoccupazioni, delle prime conquiste e del loro adattarsi piano piano alla vita sull’isola, arrivando in qualche modo ad entrarci in sintonia.
Com'è comprensibile, in questa situazione particolare, le differenze di età si annullano e fra Anna e T.J. si instaura con il tempo un legame molto profondo, che subirà parecchie pressioni, quando, dopo qualche anno i due vengono avvistati e riportati a casa.
Questa seconda parte del romanzo mi ha deluso un po’, avrei preferito che l’autrice si concentrasse di più sulle loro sensazioni una volta ritornati alla civiltà. Immagino che non sia semplice ri-adattarsi al traffico, allo smog e ai rumori delle città, dopo anni di silenzio e natura incontaminata, ma questo aspetto, che avrebbe potuto essere sviluppato in modo interessante, viene trascurato per raccontarci quasi esclusivamente degli scossoni subiti dalla relazione fra Anna e T.J., giudicata e commentata, da conoscenti impiccioni e sconosciuti con poco tatto (nessuno che si faccia gli affari suoi!).
Mi fermo per lasciarvi il piacere di scoprire se e come riusciranno ad appianare i 13 anni che li dividono anche al di fuori del loro angolo di paradiso.
Un’ultima cosa, una piccola critica tecnica, se così si può dire, che mi sento di fare, è che la Tracey ha deciso di scrivere “L’isola dell’amore proibito” tutto al passato, tempo verbale che personalmente trovo un po’ pesante da mantenere per tutta la lettura.
Detto ciò, il libro mi è piaciuto pur non avendomi appassionato eccessivamente, ma era quello che cercavo e quindi lo promuovo con gioia!
Buona lettura a tutti!
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Commenti
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Io sono una donna a metà strada tra lei e lui, per cui mi sono adattata senza troppi problemi!
Ciao Pia, grazie di aver commentato! :)
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Per quanto riguarda la storia non mi attira...io madre di un ragazzo già grande...mi da' l'idea dell'assurdo, per come la penso io...
Pia