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Qualcuno con cui correre
 
Qualcuno con cui correre 2013-04-17 11:35:59 ChiaraLotus
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
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Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
5.0
ChiaraLotus Opinione inserita da ChiaraLotus    17 Aprile, 2013
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Trovarsi fra la folla

Ieri ho citato questo libro in una recensione su “Bianca come il latte rossa come il sangue” a cui potete accedere dal mio profilo, così mi è sembrato giusto recensirlo. Su Q-Libri, mi piace infatti intraprendere, insieme agli altri lettori, dei percorsi letterari che attraverso svariate tappe arrivino ad offrire una panoramica complessiva della nostra realtà.

Riepilogo delle puntate precedenti: si parlava di romanzi per adolescenti e dell’incapacità di molti scrittori di cogliere la complessità delle nuove generazioni, spesso rappresentate all’insegna della ribellione contro l’ordine precostituito rappresentato dalla famiglia, dalla scuola e dalla società intesa in senso lato. Lo stereotipo del giovane che non ha voglia di studiare e pensa solo a divertirsi, purtroppo è vivo in molta letteratura dei giorni nostri, compreso il tanto osannato New Adult. Sia in “Uno splendido distastro” sia in “Easy” si assiste a risse e festini. D’Avenia ha una sensibilità diversa, ma a mio avviso ancora troppo ingenua.

“Qualcuno con cui correre”, invece, è un libro che può essere letto ed apprezzato da tutti, giovani e meno giovani, in quando racconta gli adolescenti con un linguaggio adulto, ma non per questo meno capace di cogliere la loro essenza, in tutte le sfumature possibili.

Assaf lavora al canile per le vacanze estive. I suoi genitori sono in viaggio negli USA, ma questo momentaneo clima di anarchia familiare non lo porta allo sbando. Al contrario: le sue lunghe giornate trascorreranno all’insegna di una rocambolesca ed avventurosa ricerca per le strade di Gerusalemme, sulle tracce di Tamar. L’obiettivo, è quello di riconsegnarle il suo cane.

I due protagonisti sono due giovani propensi al sacrificio: il sacrificio in nome di un desiderio, di un sogno o di uno straccio di ideale che – per quanto effimero e connesso con la giovane età – assume importanza proprio perché capace di indirizzare la vita verso uno scopo. Questo romanzo ha il merito di far capire ai giovani quanto può essere importante fissare delle mete, degli obiettivi da raggiungere. Non importa se essi sono considerati dagli altri assurdi o irrealizzabili: i sogni assumono un valore solo perché esistono. Ogni desiderio, se vissuto con entusiasmo e non con avidità, può diventare una sorta di illuminazione.

Può, questo romanzo, essere considerato un “road movie” anche se i personaggi si muovono a piedi ed in un territorio piuttosto ristretto?

Non saprei. Anche se si parla soltanto di brevi spostamenti il valore metaforico del viaggio – inteso soprattutto come percorso di formazione – rimane comunque molto vivo. Attraverso le numerose tappe del loro percorso, Assaf e Tamar riusciranno a crescere e maturare alimentando tra loro un rapporto energetico che trascende la conoscenza fisica.

Proprio i rapporti fra gli esseri umani rappresentano il fulcro della narrazione. I legami fra genitori e figli, fra fratelli e sorelle, fra amici e addirittura fra cognati, sono fondamentali per lo sviluppo delle vicende. Il rapporto con gli adulti è vissuto – nonostante piccole e grandi disobbedienze disseminate qua e là - all’insegna del rispetto, dell’aiuto reciproco, della collaborazione. Se ci sono dei “buoni” o dei “cattivi all’interno della storia, questo “status” dipende solo ed esclusivamente dalle loro azioni, non dal ruolo sociale, e si erge al di sopra dei conflitti generazionali. Il male e il bene sono due concetti universali. Le persone incarnano dentro sé queste due energie facendo predominare l’una o l’altra a prescindere dall’età, dal genere, e da altre variabili esterne all’individuo. L’essere umano, è umano a prescindere, ed anche se ridotto ad una larva distrutta dalle droghe.

Già… le droghe. Esse vengono mostrate nel loro lato più devastante e distruttivo, mai associate al divertimento ed allo sballo. Il ritratto che emerge è quello di un eroinomane ridotto ad uno straccio, alienato e solo. Questa è l’altra faccia delle droghe, non sempre mostrata nei prodotti rivolti ai giovani. E – purtroppo – è anche la faccia più realista.

Considero questo libro un esempio di letteratura pulita, piacevole ma al contempo educativa. Nessun adolescente, dopo aver letto questo libro, potrà fare a meno di sentirsi arricchito. Grossman dimostra che intrattenere, educare e divertire contemporaneamente è possibile, ed esiste una “letteratura trasversale” capace di essere apprezzata da tutte le generazioni.

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Commenti

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Prima di tutto: complimenti.
Dalla tua recensione mi sembra di comprendere (se sbaglio correggimi) che l'autore cerchi di dissotterrare quei fondamentali valori morali ormai un po' decaduti, facendone il fulcro educativo della sua narrazione e, da come ne parli, sembra lo faccia nel modo corretto. Ti ringrazio per avermi fatto conoscere questo libro, credo proprio che lo leggero`. Ancora complimenti!
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17 Aprile, 2013
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Ti ringrazio molto: si, è proprio questo lo scopo dell'autore secondo me. Con questa recensione ho voluto dimostrare che un prodotto rivolto agli adolescenti non deve necessariamente parlare da stronzate, certi temi possono essere affrontati anche senza volgarità :)
In risposta ad un precedente commento

17 Aprile, 2013
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P.S. Se ti va, leggi anche il commento a "Bianca come il latte"... può chiarire ulteriormente il discorso :)
In risposta ad un precedente commento
petra
17 Aprile, 2013
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Bellissima recensione, complimenti!:)
In risposta ad un precedente commento

17 Aprile, 2013
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Ti ringrazio :)
Bravissima Chiara, mi fa davvero piacere che vengano inserite delle proposte con messaggi positivi per i nostri ragazzi.
I miei complimenti sia per la segnalazione sia per la recensione... !!!
Pia
6 risultati - visualizzati 1 - 6

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