Dettagli Recensione
Ragione e sentimento
Questi libro inizia con un racconto un po' meno avvincente dei soliti di Marai: la storia di un giudice, della sua vita, e del suo felice matrimonio. Sappiamo, da poche righe all'inizio della storia, che il giudice dovrà presiedere la causa di divorzio di un vecchio compagno di scuola e della moglie, Anna Fazekas, di cui sembra ricordarsi a malapena. La parte migliore della storia inizia da metà libro, da quando cioè il vecchio amico irrompe in casa del giudice,( contravvenendo già solo per questo alle normali regole), dichiarando di aver ucciso la moglie e di aver bisogno di un giudice imparziale. Da lì parte il racconto dell'uomo,uno dei soliti bellissimi e sorprendenti monologhi alla Marai, nel quale tutte le certezze del lettore e del giudice si ribaltano. Alla fine non si capirà più chi è la vittima, chi il colpevole e chi il giudice in un pirandelliano ribaltamento di prospettiva. L'inizio non è dei migliori ma la seconda parte vale tutto il libro. Davvero notevole. In un certo senso vengono riproposti alcuni, ma solo alcuni, dei temi delle braci, in particolare quello del tradimento e della ineffabilità dei sentimenti. Marai spinge il suo monologo alle soglie dell'indicibile sconcertando giudice e lettore, costringendoli a guardare alla propria vita in modo diverso. Di notte l'irrazionale potrebbe irrompere in qualunque momento e devastare quanto la ragione ha costruito con ordine alla luce del sole della fede e/o del buon senso.
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Grazie. Pia