Dettagli Recensione
Santuario
Un libro commerciale; così Faulkner definì, forse in modo ironico, questa sua opera , un mero oggetto finalizzato a far cassa in un momento in cui le poche entrate mal si conciliavano con l'aumento dei componenti della sua famiglia, infatti a se stesso si aggiungeva un lontano amore di gioventù con due figli a carico. Sceglie il genere giallo, una storia che va a cercare ciò che si nasconde sotto la melma, nell'oscuro pantano dell'america proibizionista e bigotta,uno stupro, un omicidio, più sospettati, un avvocato e tanto caos; caos che ricalca la società dell'epoca, peccatori travestiti da benpensanti. E' pura angoscia quella che pervade il lettore fin dalla prima pagina, dove un uomo si accosta a bere ad una polla e un altro uomo rimane per due ore a fissarlo in un climax di inquietudine che all'improvviso si dissolve grazie alla magistrale penna di Faulkner portando i due a camminare lungo una strada, senza che di fatto abbiamo mai iniziato a camminare, come ad anticipare il cammino parallelo che faranno, senza incontrarsi mai più. Tutti gli orrori sono contenuti in questo romanzo, la disperazione di una donna non sposata con un figlio, costretta a prostituirsi per tirare fuori dal carcere il proprio uomo, uno stupro, un omicidio, un errore giudiziario. Faulkner descrive il male che alberga come un principe nelle persone, ma non lo fa giudicando, perché non esistono personaggi buoni a fare da contraltare e ognuno ha i propri peccati da nascondere o da santificare. Come le ombre erano il fil rouge de "L'urlo e il furore", qui sono il buio e la penobra che pervadono la trama, trascinando gli attori di questa storia nelle più grottesche realtà, in vite non vissute, in sogni non realizzati, aspirazioni disattese. La vittima, giovane donna, o per meglio bambina grande, penetrata da una pannocchia come simbolo di virilità da parte di chi non la possiede, non suscita compassione, non è degna di tale sentimento; ella, forse, è il personaggio più corrotto di tutti gli altri, perché non ha un alibi per giustificare la totale assenza di una coscienza. Attraverso le suggestive descrizioni si materializzano intorno a noi, i luoghi e gli odori, la paura e la rassegnazione di una vita che non sa più come definirsi, non sa più che direzione prendere; riesce, Faulkner a trasmettere la disperazione ad ogni parola, le pagine trasudano sensazioni disturbanti, specchio dell'animo di ognuno, con cui il lettore deve in ogni caso fare i conti e riconoscersi, perché non ci sono eroi in questo romanzo solo uomini e donne che vivono un tempo difficile e che hanno difetti e bassezza comuni a tutta l'umanità. Il particolare si fa universale e dalla squallida vicenda del Sud degli Stati Uniti si espande come un fungo atomico il male si spande e si diffonde prima nella mente del lettore e poi in tutto il mondo reale, infarcendolo di una fosca luce grigia.
Ho letto quest'opera in una deliziosa seconda edizione Mondadori del 1950 illustrata da Gottuso e tradotta da Paola Ojetti Zamattio.
Non certo all'altezza dell'"Urlo e il furore", ma ce ne fossero ancora oggi di "libri commerciali" a questo livello!
Indicazioni utili
Commenti
7 risultati - visualizzati 1 - 7 |
Ordina
|
PS qualcuno saprebbe consigliarmi su come togliere il corpo della recensione dal campo dei consigli?
7 risultati - visualizzati 1 - 7 |