Dettagli Recensione
Nella penombra di Zafon anche il Conte di Montecri
Le letture di Zafon sono evocative, profonde, scandite. Mi immagino la voce profonda e melodiosa di un vecchio che davanti ad un focolare legge ai propri nipoti un racconto della propria gioventù nel silenzio e nell 'attenzione dei suoi sparuti ascoltatori.
Ho letto "L'ombra del vento" circa sette anni fa e non lo ricordo più così bene, ma in questo romanzo ho trovato un po' meno spessore nel racconto, un po' meno mistero nelle vicende narrate. Il carattere narrativo e' sempre molto gradevole, lo si legge con continuità come quando si assapora dell'acqua fresca dal palmo della mano sotto il rigagnolo di una fontana.
Gli scenari spagnoli sono sempre presenti ed esprimono il carattere latino che si assapora in ogni pagina del libro. Mi viene spontaneo fare comunque un raffronto fra i due libri ( L'ombra del vento e il prigioniero del cielo ), un paragone anche abbastanza offuscato visto che dopo parecchi anni i ricordi sono smussati e piu che altro ho bene chiare le sensazioni del primo libro che ho letto. Nel "prigioniero del cielo" si respira piu la paura che la tensione. Il racconto e' spesso imperniato sul clima di terrore degli anni della dittatura che abbraccia un po' tutti e tutto: nelle strade, nei ristoranti o nelle galere. Nell' "Ombra del vento" rammento più un clima gotico di mistero, di strade buie, di presenze, di sagome nella nebbia che si contrappongo fortemente, nel primo come nel secondo libro, all'oasi famigliare della libreria dei Sempere, "calda", polverosa dove sentimenti e affetto, tentano di schermare i pericoli delle strade e della città.
Tutte le mie lodi vanno a come vengono descritte le donne con la loro procace femminilità anche solo nell'uscita di casa con il rumore dei tacchi, nel bagno mentre indossano una calza di seta o nel racconto di uno sguardo sfiorito dal tempo.
Anche se non lo reputo uno dei migliori romanzi di Zafon, lo reputo degno e, a lettura terminata ora, nella notte, rimandare a domani l'evocazione di queste sensazioni sarebbe stato delittuoso come vedere i ricordi sfilacciati di un sogno, sbiadire alla luce del sole del mattino.