Dettagli Recensione
Guerra e pace
Bellissimo romanzo della migliore Irene. Una guerra (la prima) che educa al cinismo e alla ricerca del piacere dopo tutto il tempo buttato nelle trincee dietro a un'ideale che non regge lo spreco di tante vite e una pace che è già la preparazione alla successiva guerra. Nel tempo di pace i mediocri manovrano e raccolgono a piene mani e Parigi è la culla di questi parassiti che contribuiranno a far perdere e soprattutto a far divampare la seconda guerra. Interessante la posizione di chi è onesto e viene stritolato dalla fedeltà a un ideale in contrapposizione con chi si arrangia in modo poco limpido e prospera. Il protagonista Bernard nonostante la generosità e la bontà d'animo, dopo 4 anni di guerra, si sente attratto dalla vita facile e brillante di una certa società parigina e è diviso tra ideali e piacere. Fatica ad accontentarsi delle piccole gioie dei figli e della famiglia e sente quella vita come troppo noiosa per lui. Gli è rimasta una fame di vita che lo spinge a mordere e ingurgitare senza saziarsi mai qualunque piacere. La conclusione è inaspettatamente molto idealista, fin troppo. Dopo Due, non so, mi aspettavo che un po' di realismo o di stanchezza avessero raggiunto anche questo romanzo. La storia è molto bella e molto commovente considerando anche la fine che hanno fatto Irene e suo marito. In un certo senso penso che Irene, la persona, non abbia voluto sottrarsi al suo destino pur avendo la possibilità di salvarsi e di andarsene in tempo cosa che le figlie le rimproverano come una mancanza di comprensione della realtà. Mi pare che una che ha scritto un romanzo del genere deve aver capito perfettamente cosa stava succedendo ma ha voluto condividere il destino degli altri. Non se ne è andata per mettersi in salvo come avrebbe fatto un Detang. Certo che l'idealismo si paga molto caro in tempo di guerra.