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UNA MORTE INELUTTABILE
Cronaca di una morte annunciata: questo titolo racchiude tutto il senso di questa storia, vista con gli occhi del grande Gabò. E quindi abbiamo : Marquez che s’inventa investigatore e cronista, poi abbiamo la morte che ovviamente è un omicidio il tutto collegato dalla cronaca dettaglia dei fatti che conducono al ineluttabile epilogo, e in ultimo il grido d’aiuto ripetuto, che annuncia la morte di Santiago, lanciato dai suoi stessi assassini, che si aggirano famelici di vendetta e impauriti, da ciò che il destino li porterà a compiere, in cerca di qualcuno che li possa fermare.
Santiago è la vittima sacrificale dei luoghi comuni e del indifferenza dell’essere umano; il tutto visto con gli occhi degli amici dei nemici e dei conoscenti o semplici spettatori della vicenda. Geniale! Un giallo senza assassino: perché se è vero che in questa vicenda tutti sono colpevoli, allora nessuno è colpevole.
Lo stile rimane inconfondibile: irriverente, astratto, improbabile, ma sicuramente unico, magico e ammaliante. Splendida è l’imprevista citazione su Aureliano Buendia: che pone in questo modo “Cronaca di una morte annunciata” nello stesso universo letterario in cui si sviluppa “Cent’anni di solitudine”, o viceversa.
[… ] Ma l'asso vincente era il padre: il generale Petronio San Román, eroe delle guerre civili del secolo scorso, e una delle maggiori glorie del regime conservatore per aver messo in fuga il colonnello Aureliano Buendía durante la disfatta di Tucurinca.[…]
Per quanto sia uno dei romanzi più brevi del Maestro è a mio parere il più complesso e il meglio articolato, nonostante un numero enorme di testimoni, quindi di prospettive, riesce a non essere mai in contraddizione, rendendo gradevole e affascinante ognuno dei personaggi che come sempre non sono “eroi” e quindi migliori del lettore, ma anzi, sono sempre difettosi, oltre le righe, spesso improbabili, ma talmente gradevoli da divenire indimenticabili.
In realtà ho visto anche un'altra chiave di lettura, che potrebbe essere intesa come l’inevitabile destino a cui noi tutti dobbiamo rendere conto. Un interpretazione più fatalista. Ma non credo nel destino e preferisco pensare che il caos governi l’universo, e che l’uomo cerchi di spiegare le coincidenze per farsene una ragione. In tutti i casi un grande romanzo dove creatività e realismo scivolano sulle pagine in piena armonia.
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Commenti
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Io sono agnostico, ma sono convinto che se esiste un dio la cosa che piu gli si avvicina è la Donna.
Ed è proprio l'esperienza di procreare la vita, la stessa che tu ha vissuto, che mi fa porre le donne sotto questa luce.
Per me è stato così, soprattutto verso il periodo finale delle gravidanze...ricordo come fosse ora...un'esperienza che mi spiace voi uomini non possiate avere...perchè credimi ... trasmette una forza incredibile!!!
Ciao... Pia.
anche a me è piaciuto tanto questo romanzo...
@Valeg :allora è giuna l'ora !
Gabo da buon cronista racconta i fatti. ma non riesce ad escludere la sua magica visione della vita delle persone del paese. La sua meravigliosa nonna Tranquillina gli ha davvero trasfuso la visione magica della vita.
Per me sempre grande gabo. bravo tu , anch'io credo all'inevitabilità del destino. anche se noi ci mettiamo sempre del nostro.
paola
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In particolare mi ha colpito la sindrome da spettatore...l'indifferenza...Un libro da leggere.
Io invece credo nel destino...nelle coincidenze...e sai quando ho provato in modo quasi palpabile in me la forza del divino ? Quando ho avuto nel mio grembo i miei due figli...un 'esperienza così grande, misteriosa, perfetta...davvero divina...
Con stima, Pia.