Dettagli Recensione
Nel paese del "Garbo"
Ormai posso dirlo: Peter Cameron ha tutte le carte in regola per diventare lo scrittore di letteratura contemporanea che prediligo, in assoluto. Ho letto tutto quello che è stato tradotto della sua opera, ancora troppo poco purtroppo, e ho aspettato con impazienza l’uscita italiana de “Il weekend”, dopo il tiepido, seppur piacevole, “Coral Glynn” dell’anno passato. “Il weekend” è il primo breve romanzo scritto e pubblicato (in America) da Cameron e risale agli inizio degli anni ’90. Credo si possa constatare come il suo stile sia stato fin da subito estremamente definito e si sia preservato immutato fino ai lavori più recenti, senza che si notino nella sua produzione note discordanti o esperimenti letterari troppo azzardati. Un percorso lineare che mi ha personalmente portato ad amare molto questo autore.
“Il weekend” nasce come racconto che avrebbe dovuto essere incorporato in una raccolta. Venne poi ampliato per ragioni che non mi è dato sapere e divenne il breve, piacevolissimo, romanzo che da poco possiamo leggere anche in lingua italiana. La solita trama scarna consiste in una coppia, composta da Lyle e Robert, omosessuali con una discreta differenza di età fra loro, che si reca per il weekend in visita ai più vecchi e cari amici di Lyle, John e Marian, coppia sposata con un figlio piccolo. Lyle non fa visita ai vecchi amici da dopo l’avvenuta morte dell’ex compagno Tony, grande amore durato nove anni, nonché fratellastro di John e chiave di volta morale del gruppo di amici. Tutto qua. Nulla di più serve a Peter Cameron per tessere una bellissima vicenda di sentimenti gestita con grandissimo garbo e con il solito raffinato gusto linguistico. Tematiche importanti si affrontano in questo romanzo che, guarda caso, si legge proprio nel tempo di un fine settimana. Tematiche importanti e ancora tabù per quella società non ancora totalmente matura che ha accolto in seno questo libro. Ma Cameron mette un tale candore, un tale amore nel regalarci scorci di vita comunitaria tra amici, da dare quasi un senso di invidia a chi veramente sia riuscito a fabbricarsi ricordi di tale intensità e di tale spensieratezza. Potrebbe per questo essere tacciato di poca verosimiglianza, di una concezione dell’amicizia e dell’amore un po’ in stile “Mulino Bianco”, in cui tutto è dorato e in cui tutti sorridono e scherzano nella luce del tramonto. Può darsi, ma c’è tanto altro al di sotto, e credo che valga la pena di indagare un po’ sotto la superficie di questo linguaggio che può apparire di primo acchitto troppo semplicistico. Un linguaggio che proprio per la sua grande semplicità, con i suoi contorni smussati e fluidi, ci regala sempre immagini vividissime, immediate, quasi cinematografiche della vicenda che si svolge. Chiunque con un minimo di fantasia può crearsi facilmente una propria versione degli ambienti, dei personaggi, delle luci, dei gesti. In Cameron più che in altri autori, proprio grazie ad una scrittura raffinatissima ed essenziale che lascia una trama a maglie larghe, il lettore può infilare, integrare il proprio personale immaginario e fare suo ciò che legge.
Essendo molto legato ed appassionato al mondo della storia dell’arte mi viene da fare un paragone che può sembrare alquanto azzardato, ma credo che per certi punti di vista risulti calzante: mi capita di pensare a Peter Cameron come ad una sorta di moderno Raffaello della letteratura. Proprio di Raffaello infatti mi sembra che ricalchi l’innata propensione per quella dimensione aggraziata e cortese della realtà, quella che il celebre artista esternava attraverso le belle arti e che Cameron esterna oggi con la sua penna. Mi sembra che entrambi rappresentino i vertici culturali della sfera in cui operano, sfera, ambito, luogo astratto il cui unico termine per definirlo non è altro se non “Garbo.” Spero che i professionisti di entrambi i settori culturali mi perdonino l’apparente sproposito, ma spero soprattutto di rendere giustizia ad un autore non particolarmente conosciuto, che merita invece una piccola celebrazione, anche solo in nome della sensibilità con cui si avvicina, in ogni suo lavoro, ad argomenti profondi, sebbene mascherati da quell’immediatezza dialogica che rende piacevole la lettura, immediata l’immedesimazione ed emozionante la conclusione, la cui spiazzante apertura lascia, come sempre, lo spazio adatto per riporvi i propri pensieri.
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Commenti
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bellissima recensione!!!
sei stato esaustivo come sempre....
Che ne dici? :-)
(Sono talmente malato che ho comprato su ebay una copia rarissima dell' '87 di un suo romanzo sconosciuto e mai più ristampato)
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