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Il weekend
 
Il weekend 2013-03-25 17:32:32 Maso
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Maso Opinione inserita da Maso    25 Marzo, 2013
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Nel paese del "Garbo"

Ormai posso dirlo: Peter Cameron ha tutte le carte in regola per diventare lo scrittore di letteratura contemporanea che prediligo, in assoluto. Ho letto tutto quello che è stato tradotto della sua opera, ancora troppo poco purtroppo, e ho aspettato con impazienza l’uscita italiana de “Il weekend”, dopo il tiepido, seppur piacevole, “Coral Glynn” dell’anno passato. “Il weekend” è il primo breve romanzo scritto e pubblicato (in America) da Cameron e risale agli inizio degli anni ’90. Credo si possa constatare come il suo stile sia stato fin da subito estremamente definito e si sia preservato immutato fino ai lavori più recenti, senza che si notino nella sua produzione note discordanti o esperimenti letterari troppo azzardati. Un percorso lineare che mi ha personalmente portato ad amare molto questo autore.
“Il weekend” nasce come racconto che avrebbe dovuto essere incorporato in una raccolta. Venne poi ampliato per ragioni che non mi è dato sapere e divenne il breve, piacevolissimo, romanzo che da poco possiamo leggere anche in lingua italiana. La solita trama scarna consiste in una coppia, composta da Lyle e Robert, omosessuali con una discreta differenza di età fra loro, che si reca per il weekend in visita ai più vecchi e cari amici di Lyle, John e Marian, coppia sposata con un figlio piccolo. Lyle non fa visita ai vecchi amici da dopo l’avvenuta morte dell’ex compagno Tony, grande amore durato nove anni, nonché fratellastro di John e chiave di volta morale del gruppo di amici. Tutto qua. Nulla di più serve a Peter Cameron per tessere una bellissima vicenda di sentimenti gestita con grandissimo garbo e con il solito raffinato gusto linguistico. Tematiche importanti si affrontano in questo romanzo che, guarda caso, si legge proprio nel tempo di un fine settimana. Tematiche importanti e ancora tabù per quella società non ancora totalmente matura che ha accolto in seno questo libro. Ma Cameron mette un tale candore, un tale amore nel regalarci scorci di vita comunitaria tra amici, da dare quasi un senso di invidia a chi veramente sia riuscito a fabbricarsi ricordi di tale intensità e di tale spensieratezza. Potrebbe per questo essere tacciato di poca verosimiglianza, di una concezione dell’amicizia e dell’amore un po’ in stile “Mulino Bianco”, in cui tutto è dorato e in cui tutti sorridono e scherzano nella luce del tramonto. Può darsi, ma c’è tanto altro al di sotto, e credo che valga la pena di indagare un po’ sotto la superficie di questo linguaggio che può apparire di primo acchitto troppo semplicistico. Un linguaggio che proprio per la sua grande semplicità, con i suoi contorni smussati e fluidi, ci regala sempre immagini vividissime, immediate, quasi cinematografiche della vicenda che si svolge. Chiunque con un minimo di fantasia può crearsi facilmente una propria versione degli ambienti, dei personaggi, delle luci, dei gesti. In Cameron più che in altri autori, proprio grazie ad una scrittura raffinatissima ed essenziale che lascia una trama a maglie larghe, il lettore può infilare, integrare il proprio personale immaginario e fare suo ciò che legge.
Essendo molto legato ed appassionato al mondo della storia dell’arte mi viene da fare un paragone che può sembrare alquanto azzardato, ma credo che per certi punti di vista risulti calzante: mi capita di pensare a Peter Cameron come ad una sorta di moderno Raffaello della letteratura. Proprio di Raffaello infatti mi sembra che ricalchi l’innata propensione per quella dimensione aggraziata e cortese della realtà, quella che il celebre artista esternava attraverso le belle arti e che Cameron esterna oggi con la sua penna. Mi sembra che entrambi rappresentino i vertici culturali della sfera in cui operano, sfera, ambito, luogo astratto il cui unico termine per definirlo non è altro se non “Garbo.” Spero che i professionisti di entrambi i settori culturali mi perdonino l’apparente sproposito, ma spero soprattutto di rendere giustizia ad un autore non particolarmente conosciuto, che merita invece una piccola celebrazione, anche solo in nome della sensibilità con cui si avvicina, in ogni suo lavoro, ad argomenti profondi, sebbene mascherati da quell’immediatezza dialogica che rende piacevole la lettura, immediata l’immedesimazione ed emozionante la conclusione, la cui spiazzante apertura lascia, come sempre, lo spazio adatto per riporvi i propri pensieri.

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Commenti

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Lo guardo in libreria e non lo compro mai è arrivata l'ora! Complimenti per la recensione!
ben tornato Francesco !!!!
bellissima recensione!!!
sei stato esaustivo come sempre....
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Maso
25 Marzo, 2013
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Grazie Sharma e grazie Silvia! Agguantate il libro se potete, veramente stra-consigliato :-)
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petra
26 Marzo, 2013
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Amo molto Cameron anche io, e trovo che tu abbia fatto un quadro delizioso della grazia e del garbo che contaddistinguono la sua opera. Bellissima recensione, complimenti:)
Che analisi meravigliosa!
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silvia t
09 Aprile, 2013
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Come c'era da immaginare ho comprato e letto il libro, ma non almeno da un punto di vista della caratterizzazione dei personaggi l'ho trovato un po' forzato, non inverosimile, ma tutte le descrizioni dell vita di Tony per esempio, trovi che fossero necessarie? Oppure i siparietti della figlia di Laura. Se davvero doveva nascere come un racconto, credo che quelle parti siano state aggiunte in seguito, perché, almeno secondo me stonano con la struttura portante del racconto e come tale sarebbe stato davvero perfetto.
Che ne dici? :-)
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Maso
09 Aprile, 2013
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Aimé, quando leggo Cameron mi capita di perdere un po' delle mie facoltà critiche e adesso che me lo fai notare effettivamente mi viene da darti ragione. Gli accadimenti della vita della figlia di Laura sono forse un po' troppo eterogenei rispetto alla trama effettiva e forse, sempre ipoteticamente, successivi alla prima stesura del racconto. Queste sue digressioni non le trovo però deficitarie per il successo definitivo del romanzo, poi, come ti ripeto, fosse per me sarei già su un volo intercontinentale al solo scopo di stringergli la mano, quindi il mio parere non è molto attendibile :-)
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silvia t
09 Aprile, 2013
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Mi sa che mi leggerò anche gli altri... quale mi consigli?
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Maso
10 Aprile, 2013
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Dunque, se vuoi qualcosa di più sostanzioso ti consiglio "Quella sera dorata", che è il suo lavoro più corposo e più lungo (anche se relativamente). E' un libro molto bello, dalle atmosfere, guarda caso, un po' dorate, un po' esotiche. Mentre se preferisci qualcosa di più leggero ti indirizzerei verso "Paura della matematica", una brevissima raccolta di racconti, veramente strepitosi. In realtà si fa molto presto a leggere tutto quanto, nel senso che, come dicevo, il tradotto in italiano è veramente poco :-(
(Sono talmente malato che ho comprato su ebay una copia rarissima dell' '87 di un suo romanzo sconosciuto e mai più ristampato)
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silvia t
10 Aprile, 2013
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Bene allora, vada per "quella sera dorata". Grazie.
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