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Lassu' sui tetti di Fez
Da sempre perplessa e affascinata dalla realta' degli harem imperiali arabi, spesso inseriti in splendidi contesti architettonici come quelli visitati a Marrakech e Istanbul, non ho saputo resistere a questo titolo.
Causa disattenzione sul periodo in cui e' ambientato il romanzo, non mi sono resa conto che non poteva trattarsi di un harem imperiale, poco importa.
Fatema Mernissi nacque infatti a Fez nel 1940 in quello che veniva definito un "harem casalingo". Figlia di ricchi proprietari terrieri, padre monogamo , il vero poligamo della famiglia era il nonno che contava ben nove mogli. Le consorti e l'immane discendenza erano suddivisi in due harem, quello di campagna e quello di citta' , dove visse Fatema. Harem per definire di fatto una prigione dorata, entro cui le donne erano confinate e da cui solo di rado potevano uscire, con il permesso del marito o del nonno.
Potrei dilungarmi a lungo a raccontarvi quanto appreso, ma ovviamente non lo faro', mi limito a dire che grande e' la piacevolezza di questo libro , talmente leggero e intimo da renderne la lettura incantevole.
Mernissi infatti non compone una seria biografia ne' tanto meno un austero saggio. Riporta sulla carta i suoi ricordi di bambina, e dischiude innanzi a noi quella che e' la visione dell'harem dal punto di vista di una ragazzina marocchina, musulmana, che si pone domande e non trova risposte, immersa in una realta' conservatrice di donne servili e legate alla tradizione e di donne che nel rispetto totale della religione lottano per combattere la loro condizione, come la sua mamma.
Ne deriva un romanzo del personale e del quotidiano di un microcosmo di usi e costumi, ambienti e cibi, giochi e racconti, rituali di bellezza e magia , ribellione e depressione. Poi una bambina dal fondo di un pozzo spicca un salto e picchia la testa contro le nuvole, oggi e' docente di sociologia all'universita' di Rabat.
Molto interessante , leggero e intriso di un'atmosfera da Mille e una notte, non posso che augurarvi buona lettura.No, mi correggo. Non credo serva leggerlo. Questa e' voce, non scrittura, ci vuole altro...
... Levatevi le scarpe e a piedi scalzi sulla terra rossa aiutatemi a stendere dei grandi tappeti. L'aria tiepida profuma di arance e la notte e'nera, al centro accendiamo un gran fuoco e teiere fischiettanti traboccano di acqua bollente e profumatissime foglie fresche di te' alla menta. I bicchieri di vetro ornati d'oro e di zollette di zucchero ci addolciscono le labbra, Fatima si alza, i capelli hennati e il capo scoperto ricorda il passato e racconta , semplicemente racconta " Venni al mondo nel 1940 in un harem di Fez..."
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Commenti
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io le definisco "finestre sul mondo".....
Si sente che sei ancora dentro al libro, vien voglia di raggiungerti!
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