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La casa degli amori impossibili
 
La casa degli amori impossibili 2013-03-20 18:02:44 gracy
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
gracy Opinione inserita da gracy    20 Marzo, 2013
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Non è l’amore che muore, siamo noi…

"Magari non torna, pensò Clara Laguna, dopo aver svegliato la madre, magari non torna, pensò mentre il sole calava tra le chiome rosse dei pini, magari non torna, pensò sognando i suoi occhi.”

Appena aperto il libro e iniziato a leggere sono rimasta rapita e non l’ho mollato fino alla fine, praticamente la Barrio ha esercitato su di me un incantesimo, trascinandomi nella Spagna della dittatura, della guerra e del cambiamento, anche se il ritmo serrato e piacevole della prima parte perde smalto in seguito, con un finale un po’sottotono e frettoloso, nel complesso è stata una lettura piacevole.
Sin dalle prime pagine si respira aria latino-americana per via della magia che aleggia ad ogni descrizione dei personaggi chiave che ruotano attorno ad una delle più affascinanti case della Castiglia di fine Ottocento ed esattamente quella “casa rossa” che nasce come casa di piacere e che rappresenta la prosperità e l’appagamento in tante cose; conosce fioriture tutto l’anno ed emana profumo di gelsomino, tiglio, menta, stufato di pollo, trippa con crema di fragole e di dolci alla cannella e contemporaneamente di solitudine, di malinconia e di morte. La superstizione e gli incantesimi sono gli elementi trascinanti della storia, lontani dallo splendore narrativo della Allende o di Marquez o di un pomposo Amado, Cristina Lopez Barrio si cimenta nella narrazione di questa storia senza tralasciare nessun particolare sui paesaggi e sulle donne che si susseguono, madri e figlie destinate alla stessa maledizione, quella di amare una sola volta e perdere presto l’uomo che le ha cambiate e vivere sotto la stella del maleficio di donne disonorate fino alla fine, in attesa che arrivi un figlio maschio a rompere questo sortilegio.
Tutto comincia con la strega Laguna, brutta e macilenta che legge il futuro attraverso le ossa di un gatto, la segue la bellissima figlia Clara, poi Manuela, Olvido, Margherita e infine un maschio, Santiago. Ognuno di loro hanno una storia fatta di odio sulle ceneri del perduto amore, la parola d’ordine è amare una sola volta e per sempre, attendendo la vendetta o semplicemente la morte e con Santiago il riscatto.

“A volte l’amore si smarrisce quando si ama troppo, ma rimane pur sempre amore e alla fine può riprendere il proprio cammino”

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Commenti

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Non amo molto le ambientazioni latino americane...però ci faccio un pensiero su questo!Bella rece Gracy :)
A me invece piacciono molto...grazie del consiglio Gracy :-)
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gracy
21 Marzo, 2013
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Grazie dei feed ragazzi :))
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Sydbar
21 Marzo, 2013
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No comment, mi ricordi un'altra persona
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gracy
21 Marzo, 2013
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???? Cioè!
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Sydbar
21 Marzo, 2013
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ihihhi una persona che ringrazia sempre...ma questa è buona educazione.
Un saluto dal vostro caro amico Syd...ihihihih
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gracy
21 Marzo, 2013
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Ahahahah sei sempre molto tenero sir Sydbar :D
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Sydbar
21 Marzo, 2013
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Lo sai...Vanità, decisamente il mio peccato preferito.
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gracy
21 Marzo, 2013
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Questa cosa la sanno pure i fiori che adesso sbocciano..."vanità....il mio peccato preferito"....non sanno che dura poco eh!
E' un libro che ho amato molto. Non conosco l'Allende. L'ho semplicemente letto ed apprezzato. Così, io vedo che, la magia che traspare da questo libro è tipicamente latina, giusto! Ma trovo la Barrio, spagnola, ben distante dai sudamericani come descrizioni; soprattutto per l'ambientazione tra le fredde montagne della Castiglia. Latinoamericano, solamente nella parte finale del libro. Io il riscatto, lo vedo da Olvido, prima di Santiago. Lei è il cardine della storia, la prima donna della famiglia che si ribella. Questa è la mia opinione. Brava Gracy per la tua!
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