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Le correzioni di Jonathan Franzen
Bellissimo e lacerante. Un romanzo che analizza spietatamente i rapporti individuo-famiglia e individuo- società: una visione del mondo lucida e dissacrante per chi rimane ancorato ai vecchi rassicuranti principi borghesi.
La famiglia qui descritta non è il punto di riferimento per i suoi componenti, non la sede degli affetti sinceri e disinteressati, così come si pretenderebbe ancora di credere. Essa è il luogo in cui la coppia a poco a poco sostituisce l’amore con la prevaricazione e la prepotenza e trova faticosamente un accordo sui metodi e i principi con cui educare i figli.
Franzen segue la trasformazione dei sentimenti di Alfred e Enid, in quarant’anni di matrimonio, descrive le piccole e grandi correzioni che essi infliggono ai figli da bambini, a cui però si ribelleranno da adulti, racconta l’inevitabile indebolimento del fisico e della mente per la vecchiaia incipiente con la conseguente insofferenza dei figli di fronte ai problemi che ne derivano.
Ogni personaggio sembra preoccupato di affermare solo il proprio ego, calpestando spesso i sentimenti o i desideri degli altri componenti della famiglia. Piccoli e grandi rancori trovano ampio spazio nelle mura domestiche. Homo homini lupus.
La vita personale dei figli è vista nella sua problematicità. Matrimoni falliti, speculazioni economiche disastrose, rapporti sessuali trasgressivi, lavoro e successo raggiunti e persi agitano gli animi dei protagonisti che si trovano a tradire tutti quei valori che erano stati alla base della loro educazione. Enid, la madre, è la più sensibile alla morale puritana della società in cui è inserita: sempre preoccupata dell’opinione della gente, ne è condizionata. La reazione di fronte alla malattia del marito, un Parkinson accompagnato da un Alzheimer avanzato, è di mal celata insofferenza. Essa sente di essere la vittima della famiglia alla quale ha dedicato la vita prima impegnata nell’educazione dei figli, poi a curare il marito. Il leit motiv del romanzo è il suo desiderio di trascorrere un ultimo Natale tutti insieme nella casa dove sono cresciuti i suoi ragazzi, che, riuniti per l’occasione, si mostreranno nella loro vera dimensione. Gary, giunto solo, per il rifiuto del resto della sua famiglia di accompagnarlo, è e rimane il meno disponibile nei confronti dei genitori. Denise, maturata attraverso le sue esperienze sentimentali fallimentari, un divorzio, un amore omosessuale, e l’umiliazione della perdita d’un lavoro che amava, sembra essere più disposta a comprendere le difficoltà del padre e in parte anche quelle della madre. Chip dopo una relazione con un’allieva che gli costa una cattedra al college, si dà a speculazioni finanziarie disastrose. Egli si mostra però più disponibile del fratello ad assistere, sia pure parzialmente, i genitori.
Ciò che viene decritto con un realismo agghiacciante è la malattia di Alfred e la sua progressiva perdita di memoria che lo relega in un mondo popolato di mostri. Il suo fisico forte e giovane si trasforma negli anni in un corpo debole e vulnerabile, curvo e tremante, che perde il controllo di se stesso.
Le correzioni, dunque, quelle che ciascun individuo vorrebbe imporre agli altri e alla realtà che lo circonda, divengono, in questa prospettiva, un inutile e frustrante affanno: solo la consapevolezza di non poter modificare il mondo in senso totale ed assoluto , potrà rendere la vita accettabile.
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