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Tutte quelle cose che...
Un’estate, l’ultima trascorsa assieme, a rafforzare il legame, da sempre conflittuale ma profondo,
di due cugine diciannovenni molto diverse l’una dall’altra. Tsugumi e Maria.
Banana Yoshimoto, come sempre, attraverso una storia dalla trama molto semplice e lineare che non insegue suspance, costruzioni ad effetto o colpi di scena particolari, riesce a creare, con il suo linguaggio estremamente poetico e sognante, un mondo fatto di atmosfere intense, visibili, palpabili; di paesaggi interiori i cui contorni, luminosi od oscuri che siano, sono rifiniti con leggere pennellate sempre morbide e nitide, mai sbiadite o approssimate.
Se qualcosa sfuma, a fine lettura, può trattarsi soltanto di un tramonto che si scioglie caldo fra le pagine, o di tutte quelle cose che, confinate a lungo in un unico colore dentro il petto, sembrano infine non conoscere alcun margine.
A chi ama la poesia e le piccole cose, così piccole che non sembrano possedere luce alcuna. Ma solo a uno sguardo poco attento.
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Ciao! Bella recensione