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Il vangelo secondo Gesù Cristo
 
Il vangelo secondo Gesù Cristo 2013-03-17 20:59:35 vitolorenzodioguardi
Voto medio 
 
2.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
2.0
vitolorenzodioguardi Opinione inserita da vitolorenzodioguardi    17 Marzo, 2013
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Un libro interrotto...

La letteratura è letteratura, la religione religione. Tuttavia se la letteratura tratta di religione deve essere all'altezza di farlo, altrimenti meglio desista all'inizio. Si rischia una brutta figura.
Ed è quello che a mio giudizio è capitato a Saramago. Ho iniziato la lettura di questo libro spronato da un amico e curioso di sapere come un autore laico trattasse il tema.
La trama segue i Vangeli ma li tradisce condendo di particolari "miracolosi" (ricordo l'episodio di una scodella che in mano di Gesù si illumina) che non hanno nulla di miracoloso in sé e particolari che non aiutano la vicenda ma la rallentano.
Se l'obiettivo dello scrittore era quello di descrivere la sofferenza umana dell'uomo Gesù, non credo che ci sia riuscito.
Anche la solitudine provata da Gesù al momento della morte risponde quasi più ad un uomo che duole senza senso nemmeno rispondendo alla sua stessa esistenza che non ad una risposta reale (o almeno verosimile) rispetto al fatto che quest'uomo così solo è frutto di una invenzione di penna.
Figura non riuscita. Vangeli traditi. Gesù non abbastanza spiegato, anche se solo come uomo.
Libro non riuscito.
E torno a ribadire, la letteratura è letteratura, la religione religione.

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Commenti

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LunaCalante
18 Marzo, 2013
Ultimo aggiornamento:
18 Marzo, 2013
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No aspetta ho letto bene? la scodella che si illumina appena Gesù la tocca?
ahahahaha.... credo che Gesù avesse ben altro da fare all'epoca che illuminare le padelle...
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rondinella
18 Marzo, 2013
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Gesù non fa illuminare la scodella Francesca ^.^
Se fosse così non ci sarebbero più le bollette!

Anche se poi non ci è dato saperlo... in fondo nei trent'anni di vita prima di predicare, cosa ha fatto Cristo non ci è dato saperlo... scodelle o non scodelle!
Sarei curiosa di sapere quali altri miracoli ci sono nel libro , oltre le scodelle luminose.....
E' la prima volta che sento una cosa del genere, questo libro potrebbe intitolarsi tranquillamente: La storia di Gesù malamente romanzata. :_)
In risposta ad un precedente commento
rondinella
18 Marzo, 2013
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@Francesca dubito che Saramago volesse fare vita e miracoli di Gesù...
Lui era ateo e deciso oppositore della religione, questo romanzo tecnicamente è una critica (che io mi sono rigirata come mi pare ovviamente) nei confronti della Chiesa... almeno così si dice.

Dato che poi rimane un romanzo, lui può benissimo essersi inventato ciò che vuole.
Riportato alle nostre conoscenze moderne (?), tante cose che Saramago fa dire e fare a Gesù sono 'cazzate' (giusto per usare un termine moderno, perdonami!), te lo dico io.
La scodella incriminata però è partita da prima di Gesù...
Sicuramente è una metafora se l'autore voleva dire qualcosa :)

18 Marzo, 2013
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Non condivido la distinzione che fai tra letteratura e religione, e non capisco neanche le motivazioni. O vogliamo tornare ai tempi degli indici e dell'inquisizione?
Ciao Valeg. Chiarisco. Ho cercato di essere imparziale nel giudicare il libro di Saramago "letteratura è letteratura" ma, d'altra parte sono CRISTIANO "religione è religione" (o forse avrei dovuto dire "fede è fede" , cmq).
Sai, trovo nella società moderna (italiana e non) un grado di così forte ostilità per i credenti che, ti assicuro, disturba e disorienta. Su internet si leggono bestemmie, parolacce, accuse di ogni genere.
Una babele...
Così il sentimento di gente semplice viene offeso, per non dire calpestato!
Il contrario di tutto questo è il "rispetto", termine ignoto a molti italioti, o se vogliamo "tolleranza" voltairianamente parlando.
Non si tratta, credi, di tornare agli Indici né alle Inquisizioni. Però non è che un libro sia "automaticamente" cultura, solo perché ha la forma di un libro se dentro ci sono scritte delle sciocchezze. Così come un articolo di giornale non è un buon articolo perché sta in colonna su un quotidiano o una torta è buona perché ha la forma delle tort.

Dico questo pacificamente.

Per questa ragione ho scritto "la letteratura è letteratura. La religione è religione". Perché amo entrambe e le rispetto. E quello di Saramago a mio personalissimo e opinabilissimo giudizio non è un buon libro perché inventa situazioni che non restano coerenti, che tendono semplicemente a evidenziare quello che l'autore pensa della storia di Gesù Cristo ma essa non è frutto di studio (è palesemente inventata) e non è nemmeno coerente con il carattere storico (vedi, non ho detto sacro) della figura di Gesù.

Spero di avere risposto al tuo dubbio. Se tu hai letto il libro, ti prego, scrivi pure una recensione, la leggerò con piacere. Ti auguro buona lettura futura e buona letteratura (ne abbiamo così bisogno...).

Amichevolmente.
Personalmente credo che con quest'opera Saramago si ponesse l'obiettivo di esternare le sue idee in merito alla religione. L'intenzione non era quella di scrivere un romanzo storico e nemmeno quella di conformarsi alle Sacre Scritture, bensì di comunicare cosa pensa lui in proposito. E questo lo ha fatto descrivendo Gesù, cogliendone l'immagine umana piuttosto che la natura divina. Dal mio punto di vista non vi è nulla di scandaloso o di offensivo, semplicemente c'è tutta la "poetica" di Saramago che certamente può risultare forte, come un pugno nello stomaco, però è ciò che pensa lui.
In risposta ad un precedente commento

18 Marzo, 2013
Ultimo aggiornamento:
18 Marzo, 2013
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Ciao Vito, mi sembrava intendessi affermare che le letteratura e la religione fossero due cose distinte e tali dovessero restare. Cosa che così non è mai stata, anzi, letteratura e religione hanno sempre vissuto in simbiosi indispensabili una all'altra. La mia convinzione è che la vera religione, intesa come hai sottolineato tu come fede, alberghi solo ed esclusivamente all'interno dell'animo umano, e quindi sia giusto che una mente profonda tragga delle conclusioni in merito, e le divulga tramite i propri scritti, sta' al buon lettore poi valutarne l'utilità per il proprio spirito. Io ho appena terminato "la confessione" di Tolstoj, e sinceramente devo ammettere che l'ho trovata più illuminante di tante messe o lezioni di catechismo. Credo che l'ultima speranza della fede stia proprio nella letteratura. Non ho mai letto niente di Saramago, è nella lista dei desideri, essendomi stato vivamente consigliato. Altrettanto amichevolmente.
Premetto che sono non credente e che ho apprezzato il libro, più sotto trovi la mia opinione al riguardo. Anche se non sono mai riuscita a comprendere cosa ci fosse alla base dell' essere credenti, ho sempre rispettato color che dicono di avere fede, spesso il contrario invece non avviene. In questo romanzo Saramago cerca, attraverso la propria sensibilità, di mostrare Gesù nei termini e noi modi che riesce a percepirlo e così cerca di trasmetterlo a chi legge. Non ha la sicumera di esporre la verità, cerca solo di raccontare ciò che sente. Quel libro non è solo trama, ma è stile ed emozioni. Io credo che ridurre tutta la metafora della ciotola illuminata ad un fenomeno da baraccone non sia una cosa giusta. La ciotola è molto importante nel romanzo, tutto ruota intorno ad essa, diviene simbolo di un destino che è segnato, Saramago non si spinge a dire da chi, non si capisce mai fino in fondo se Gesù è uno schizofrenico con allucinazioni o se davvero il Diavolo e Dio si divertono a giocare, cerca in qualche modo di giustificare tutto ciò che la religione ha generato nel mondo nel bene e nel male. Io credo che anche un credente possa fare uno sforzo per capire chi non lo è, come fa Saramago, in questo romanzo con tutta l'onestà intellettuale di cui è capace.
Ciao Silvia. Rispondo con piacere al tuo commento premettendo alcune cose:
- Non cerco di giustificare la mia fede, mia ragione di (iper)vita e non giudico chi non crede ma chi "gioca" con la fede altrui;
- Se tu toccassi i cardini di altre religioni, in altri Paesi, probabilmente troverebbero qualche modo originalissimo per impiccarti, smembrarti o cose di questo tipo; (scusa la scena e non voglio essere patetico, dico solo che, grazie a Dio, è raro ma avviene;
- C'è gente che ti accoltella se ironizzi su un calciatore o su un politico o quel suo attore preferito... questo per dirti che comunque la sensibilità di una persona, a volte, può ferirsi facilmente;

Detto questo non sto dicendo che Saramago non sia un bravo scrittore o altro... Io dico soltanto che, in questo romanzo, A MIO PERSONALE E OPINABILE giudizio ha fallito l'obiettivo (sempre che l'obiettivo fosse mostrare l'umanità di Gesù).
Dico che tutta la vicenda è una lunga sequenza di fantasticherie a buon mercato.
E lo dico prima di tutto letterariamente, poi storicamente. ( Se vuoi ci aggiungo il giudizio morale-religioso).
Come dicevo in altro commento si tratta del concetto di Voltaire "tolleranza" che presuppone che i campi non si invadano.
Non credi? Benissimo, il sole splende anche per te! (Lo dico assolutamente senza riferimenti!!!)
Credi? Bene ( Hai la vita per dimostrare realmente la tua fede).

Il fatto è che è facile accusare la fede cristiana su basi fantasiose o su elementi reali come il Vaticano e company, però almeno quando scriviamo un libro su un uomo che sembra sia stato giusto e per alcuni è addirittura, pensa, il Figlio di Dio, vogliamo informarci? Non scrivere scene a caso? Non deviare da un ragionamento più rigoroso?

Questo dico. Senza polemiche, credimi!
Dico che molti (tra cui Saramago qui) ma anche Dan Brown e infiniti altri, ripeto infiniti altri, per fare fortuna se sconosciuti o per vendere se conosciuti si buttano sull'argomento religione perché è tema scottante che vende, che attira. Sia se ne parlo bene che se ne parlo così così.

Con ciò io ti auguro buona lettura, buona letteratura e sono sicuro che gli interessi personali e le nostre diverse sensibilità arricchiscano il mondo, nella "tolleranza" reciproca.

(Da cristiano non solo non odio Saramago ma cerco di amarlo...).

Amichevolmente.
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