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Judith dei miracoli
La piccola Judith, dieci anni, un pezzo di stoffa che diventa campo, un filo di lana e uno stuzzicadenti che danno vita a un uomo. E così pazienza se a scuola i compagni ti emarginano, il bullo della classe ti prende di mira e i vicini ti reputano strana; loro non sanno che l’ Armageddon è vicino, loro non sanno che vivono in un mondo diventato una Sentina di Iniquità. Ma noi sì, l’ha detto papà, noi siamo al riparo, almeno pregando, almeno volendo fortissimamente che accada quello che desideriamo… non sta forse scritto che potremmo smuovere i monti con la nostra fede?
E così, in un impasto colorato di fantasia e di fede, suggestione e malintesi, una bimba troppo sola si ritrova a fronteggiare come può le proprie immense riserve affettive di bimba orfana di madre e il dolore sordo, senza fine, del padre. Quale risposta meglio di un miracolo può colmare la sete di giustizia, di serenità e di amore? D’ improvviso Judith si scopre ( forse) capace di fare miracoli, inconsapevole delle ricadute di questi presunti eventi sovrannaturali sulla vita degli altri.
Solitudine, emarginazione dei diversi, difficoltà a comunicare; tanti temi toccati da questo piccolo, meraviglioso libro. Così come tante sono le cose che mi hanno fatto affezionare alla piccola protagonista: la dolcezza di una bambina obbediente e sensibile, che nella sua ingenuità tenta di “ guarire” il padre e il mondo da guai troppo grandi per le sue forze; la piacevolezza e la semplicità dei suoi racconti e dei suoi giochi, dove un filo di lana e un pezzo di stoffa possono creare campi di grano e persone. Ho assistito con lei, stupita e incantata, allo spettacolo della natura, scorgendone con rinnovato piacere l’infinita bellezza; mi sono sentita piccola e inerme con lei, quando soffre o vede soffrire, e il corpo le viene scosso da un fremito, mentre il cuore batte all’impazzata e la vista si annebbia.
Sì, perché la scrittura di McCleen è davvero molto “fisica”: il buio, la luce , il vento, il dolore, sono tutte entità con un loro peso , una loro consistenza, e nel loro materializzarsi danno luogo a immagini suggestive ed immediate.
Una bella prova l’opera prima di Grace McCleen; una penna delicata e scorrevole che ci fa scoprire con tenerezza il mondo sofferto, incantato e ingenuo di una bambina allevata secondo le rigide regole di una setta millenarista, che cerca nella fede, o in quella che ritiene tale, una risposta e un aiuto
Una lettura piacevole, uno stile semplice e garbato e una storia che sa avvincere e intenerire.
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Commenti
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Bruno
@Bruno: Ma grazie Bruno, davvero troppo gentile!:)))Guarda è davvero un libro splendido, merita.
Ahahaha mia madre piange ancora oggi come una fontana quando lo racconta :-)
Bellissima recensione, lo segno grazie mille.
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Brava Federica, continua a regalarci queste emozioni che sanno prendermi e incantarmi...
Con profonda stima, Pia.