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Una forma di vita
 
Una forma di vita 2013-03-11 16:40:14 Cristina72
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Cristina72 Opinione inserita da Cristina72    11 Marzo, 2013
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Un'illusione più vera del vero

Questo breve romanzo è un gioco di specchi che rimandano l'immagine della Nothomb e delle migliaia di lettori con cui la scrittrice si diletta a intrattenere una corrispondenza.
Non per email, ma con le vecchie lettere cartacee, quelle che prima di essere aperte si osservano e si soppesano con curiosità.
Nel caso in questione, si tratta di un lettore oversize, un drogato di cibo che riempie il vuoto della sua vita ingozzandosi con foga.
E' uno che “vuole esistere per lei”, che ha scelto lei per chiedere un aiuto particolare: evadere dal suo mondo isolato e squallido per vivere nella sua mente.
Scrive, e ingrassa compulsivamente, in una smania che è al contempo costruzione e autodistruzione. L'adipe è volontà di vivere e morire, la ciccia debordante diventa persino la donna della sua vita, che di notte, al buio, gli parla dolcemente: “Se nella mia esistenza ci fossero soltanto le notti, sarei l'uomo più felice del mondo”.
Come resistere alla sublimazione di ciò che normalmente ispira ripugnanza? E Amélie non resiste, sta al gioco ed entra in perfetta sintonia con il suo corrispondente obeso. Le ispira affetto, voglia di sapere e di soccorrere.
C'è una storia nella storia, c'è la scrittrice affascinata dalla metamorfosi di un corpo ipernutrito, con la sensibilità morbosa di chi ha sofferto di disturbi alimentari.
Questo libro emoziona, perché riesce a racchiudere in poche pagine un'illusione struggente che diventa più vera del vero, e lo stile della Nothomb possiede un'eco che ricorda le lapidarie e preziose frasi di Victor Hugo.
Il finale, dal punto di vista della trama, è forse un po' superficiale, ma rivela molto della scrittrice, della sua “vita impossibile”, dei suoi tormenti: “Essere uno scrittore per te significa cercare disperatamente la porta d'uscita”.

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Commenti

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Molto acuta e fine quest'analisi. Questa scrittrice mi incuriosisce molto....Potrebbe essere buono come primo suo libro, per conoscerla?
In risposta ad un precedente commento
C.U.B.
11 Marzo, 2013
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Questo mi manca ! Sono in attesa di Barbablu :-)
Cristina, sbaglio o sei al primo Nothomb ?
Anche tu vittima del cappello enorme della Amelie :DD
@Federica: grazie dell'apprezzamento, secondo me si può benissimo iniziare con questo, dove la Nothomb parla molto di sé e della sua arte.
@Cub: in realtà è il secondo, ho già letto “Dizionario dei nomi propri”, niente di che. Ma con questo è scoccata la scintilla: Amélie è decisamente nelle mie corde! Grazie a te e ad Alessia per avermela fatta scoprire :-)
@Gracy: ebbene sì, sono ufficialmente nothombizzata :-))
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