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E Morfeo narrò
La prima cosa su cui mi vorrei soffermare è la fotografia ritratta in copertina di questo libro. E’ stata fotografata un donna, stesa a terra. Non vediamo il volto della donna per intero, ne intravediamo un solo occhio, ma ciò che è si vede per intero sono i suoi capelli. Degli splendidi capelli, lunghi, neri. Ogni ciocca forma un’onda, ed è come se i capelli fatti di mare trascinassero con se il viso della donna ….”venivamo tutte per mare”.
la storia è quella di tante giovani donne giapponesi che nei primi anni del novecento furono “costrette” dalle più svariate motivazioni, a sposare uomini giapponesi emigrati in America. La cosa che le accumuna è l’aver sposato uomini che hanno visto solo in fotografia. Ma il romanzo non è solo questo, è anche il racconto di ciò che accadde a queste donne e alle proprie famiglie durante il secondo conflitto mondiale.
Leggere questo romanzo è stato come aver fatto un sogno, e Morfeo avesse parlato di queste storie unendole in una sola voce. Non troviamo storie complete, non troviamo discorsi finiti. Ma frasi, frasi che racchiudono tanto significato quanto quello trattato in ogni singolo capitolo. Sono le tante frasi che fanno il racconto.
Non posso dire però che questo libro mi abbia entusiasmata. Purtroppo a me piace quando l’autore del libro ci fa entrare a fondo nelle persone, mi piace conoscere i personaggi dei libri. L’autrice in questo caso non l’ha fatto, anzi, ha reso la “Storia” il personaggio di questo romanzo, si è servita di tante donne per narrarci questo triste periodo.
Questo ovviamente è un gusto personale, sicuramente è un bel romanzo e credo debba essere in ogni caso letto, anche solo per il fatto che narra una vicenda storica non narrata frequentemente, ma a me ha lasciato un po’ di imcompletezza.
E’ stato un caso per me leggere questo libro in questo periodo, appena disponibile in biblioteca l’ho preso in prestito. L’ho finito proprio oggi e proprio mentre comincio a scriverne la mia recensione mi accorgo che le due recensioni già presenti sono state scritte esattamente 1 anno fa, l’8 marzo 2012 e credo sia stato un po’ il destino. Questa giornata è molto più che una bella mimosa, è un’occasione per ricordare tante donne che hanno e stanno purtroppo ancora soffrendo e io ho avuto l’onore di farlo così, parlandovi di questo romanzo.
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