Dettagli Recensione
Mondo senza fine
Il Mondo senza fine non è alla sublime altezza de I pilastri della terra. Ho fatto fatica a terminare il libro, perché non ho provato la magia che mi ha incatenata molti anni fa alla lettura del precedente 'capolavoro'.
In questo nuovo libro di Follett non c'è lo spessore della descrizione psicologica dei personaggi; non c'è la potenza delle meravigliose descrizioni d'amore, dei drammi di Tom il costruttore e di altri personaggi, della rabbia e del disgusto provati di fronte alla crudeltà di alcuni personaggi. Insomma non è un libro coinvolgente, e non che debba esserlo per forza, ma la continuazione de I pilastri della terra è una vera delusione.
Gli anglosassoni sembrano avere una vera e propria ossessione per i seguiti sia di film sia di libri di successo, ma non hanno ancora imparato che nella maggior parte delle volte questi si rivelano dei grandi fallimenti che fanno perdere credito agli autori/registi stessi. Un grande violinista, compositore, esecutore e direttore d'orchestra italiano, durante un’esibizione di fronte al re Carlo Felice, negò di eseguire il bis dicendo: “Paganini non ripete”.
Questa non è altezzosità, ma sensibilità di capire che un momento di prodigioso incanto non può essere riprodotto nel medesimo modo.
Leggetelo ma non aspettatevi nulla di particolare. Non fate riferimento a "I pilastri della terra".