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Robert Sharenow descrive la lenta ma inesorabile espansione del pensiero antisemita di Hitler, che da poco era entrato al potere. Questa situazione viene narrata direttamente sulla pelle di un ragazzino nato in germania, cresciuto fisicamente e socialmente in terra crucca ma proveniente da un ceppo genealogico diverso da quello germanico, ceppo che negli anni 30 fu mal tollerato da quei tedeschi che si definivano 'veri', ovvero quello ebreo.
Questo libro racconta un pezzo della dura vita di Karl Stern, un quattordicenne normale nato a Berlino, uno dei tanti che riempie questo mondo, ma questa sua normalità verrà sgretolata da una forza più grande di lui…
La famiglia Stern è composta da Karl, sua sorella Hildi e dai genitori Rebecca e Herr Stern. Questa famiglia ha origini Ebree (come ho già detto) ma di ebraismo in loro c'è ben poco, diciamo che è soltanto un marchio che si portano dietro dalle precedenti generazioni dato che nessuno di loro 4 ha un sentimento vivo per questo credo, e grazie proprio a questa mancanza di fede riescono ad avere una vita sociale normale, riuscendo ad amalgamarsi al meglio nella società tedesca, senza farsi notare più di tanto. Economicamente ben salda grazie al lavoro del padre, infatti egli è un mercante d'arte e possessore di una sua galleria dove espone quadri di una certa importanza, questa famiglia non ha nessun tipo di problema e vive la sua vita al massimo della tranquillità.
Purtroppo man mano che sfogliamo le pagine questa normalità verrà pian piano a mancare tutto per 'colpa' delle loro origini. La società tedesca diventa sempre più rigida verso chi non è come loro fino al punto che Herr, il padre, alla fine perderà la galleria, fatta chiudere dai tedeschi. Karl e la sorella intanto assaporano i primi atti di razzismo, infatti vengono presi di mira dai compagni di scuola, passando da gravi insulti e sputi alla violenza fisica, infatti il ragazzo tornerà parecchie volte a casa tumefatto inventando scuse al limite della realtà per non impensierire la madre.
Un giorno però incontra nella galleria del padre il personaggio che cambierà la sua vita in modo radicale, un personaggio realmente esistito, uno dei più grandi campioni del ring di quell'epoca: Max Schmeling, campione dei pesi massimi e venerato dal Führer come esempio della supremazia genetica tedesca.
Max all'inizio vuole solo aiutare quel ragazzo esile a difendersi, e gli insegnerà le basi del pugilato; ma poi si rende conto che effettivamente dietro quel ragazzo pelle e ossa ci sono delle capacità palpabili e lo aiuterà a venire a galla nel mondo del pugilato.
in un primo momento Karl è disorientato da tutta questa violenza che gli si para davanti, sia sul ring che fuori, ma poi grazie agli insegnamenti del suo mentore impara a credere in se stesso: saper usare quei pugni gli da la forza e la determinazione necessaria per poter affrontare quel muro invalicabile che la vita gli ha piantato davanti.
Questo furore che lo pervade lo aiuta a diventare un uomo, un uomo vero, che riesce ad affrontare le insidie della vita ed a prendere decisioni con la propria testa, con coraggio e dignità.
Ho chiesto personalmente alla redazione di aggiungere questo libro perché lo ritengo molto interessante e su questo bellissimo sito non può mancare un libro così! Un libro semplice ma in realtà molto complesso, molto commovente, un libro che spiega in maniera semplice il razzismo, che è tutt'oggi una pesante pietra che schiaccia la libertà dell'uomo.
E' un libro bello, che mi ha coinvolto molto. Scorre con una velocità e fluidità che ben pochi libri hanno, che parla di fatti realmente accaduti ma fatti digerire bene tramite una bella e intensa storia.
Secondo me questo libro vale la pena di sfogliarlo e di averlo sempre a portata di mano sullo scaffale anche se non è un grande classico letterario,
comunque, ripeto, questo è il mio pensiero.